In ricordo del regista Bernardo Bertolucci, ripercorriamo uno dei suoi capolavori: Novecento, il dramma storico entrato nella storia del cinema
Pochi giorni fa, ci ha lasciato il regista italiano Bernardo Bertolucci, l’unico regista italiano a vincere un Oscar. Tanti sono stati i suoi capolavori: Il conformista, L’ultimo imperatore ed il controverso Ultimo tango a Parigi.
Uno dei suoi migliori film è Novecento, film del 1976, ambientato nella regione natale del regista, l’Emilia. Il film, che vanta un cast stellare, è un dramma storico che racconta l’amicizia tra due uomini, all’interno dei conflitti sociali e politici che ebbero luogo in Italia nel XX secolo.
In un paese della bassa Emilia, ci sono due uomini: Alfredo Berlingheri (Robert De Niro), futuro erede dei beni famigliari e Olmo Dacò (Gérard Depardieu) figlio di una contadina e di un uomo ignoto.
I due, nonostante appartengano a due sfere sociali totalmente diverse, fanno amicizia, un legame che dura per anni, non facendosi abbattere da vicende sociali e famigliari che rendono sempre più evidente la differenza fra i due. La loro amicizia viene messa anche a dura prova dall’arrivo del fascismo e dalla lotta contro esso: Alfredo, dopo la morte del nonno e del padre, erediterà tutti i beni e si sposerà, ma verrà abbandonato dalla moglie, quando diventerà un padre-padrone; Olmo si unisce ai Rossi e scappa dalla città dopo alcune dimostranze contro gli squadroni fascisti, che lo avrebbero sicuramente portato alla morte.
Il film, oltre ad avere un cast stellare, è una perfetta metafora di uno specifico periodo storico italiano. Si tratta di un film diviso in due atti, per un’intera durata di cinque ore e mezza e che, nonostante l’elevata durata è riuscito a conquistare il pubblico italiano.
Non è un film perfetto, ma è un perfetto specchio di una parentesi storica italiana, un film schietto e diretto che racconta la storia, attraverso gli occhi dei poveri (nonostante i Berlinghieri siano potenti, non possono considerarsi ricchi).
Novecento è uno dei capolavori di Bernardo Bertolucci che, nonostante i difetti, rimarrà marchiato nella storia del cinema, diventando specchio della vita italiana in quel gravoso periodo storico.