Borat Subsequent Moviefilm (Borat – Seguito di film cinema) recensione film di Jason Woliner con Sacha Baron Cohen e Irina Nowak il sequel di Borat in esclusiva su Amazon Prime Video
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Dalle macerie di questo annus horribilis, spunta fuori dopo 14 anni la personalità più famosa del Kazakistan per travolgere le elezioni americane e il baratro in cui siamo sprofondati. Borat Sagdiyev è tornato in America per compiere una nuova segretissima missione per conto del suo Paese in compagnia della figlia Tutat (la sorprendente Irina Nowak): portarla in dono all’entourage del Presidente Donald Trump per entrare nella cerchia dei potenti uomini occidentali.
Pur conoscendo lo stile e il registro dell’alter ego di Sacha Baron Cohen, l’assurdità promessa dall’innesco di Borat Subsequent Moviefilm (Borat – Seguito di film cinema) risulta davvero poca cosa in confronto alla miseria umana che viene snocciolata dalla satira dell’attore britannico.
Il percorso a ostacoli nell’America segnata dal Coronavirus e pronta ad eleggere il 59° Presidente della sua giovane storia è più un freak show che un mockumentary. La realtà socio-politica in cui la strana coppia Borat-Tutat si muove è un raccapricciante affresco di come la trivializzazione della politica si sia riflessa sul popolo che la pratica.
I segmenti che costituiscono la spina dorsale della quest kazaka in continente americano rappresentano dei bocconi amari da mandar giù solo se infarciti di acuta satira. Funziona un po’ come con i cani, restii spesso ad assumere pillole e raggirati nascondendole all’interno del cibo. Accettare le immagini del nuovo film di Jason Woliner, decontestualizzandole dal meccanismo consolidato del personaggio Borat, è quasi un’ammissione di colpa per i tempi in cui si è costretti a vivere. La realtà incastonata nelle gag di Sacha Baron Cohen è il manifesto politico tanto desiderato ma mai realizzato dalle presunte forze del cambiamento in tempo di propaganda.
Guardate gli effetti di una scelta del passato, tenete a mente il peso che un voto può determinare sul prossimo futuro. Il nuovo capitolo di Borat è un film politico che se da un lato addita il nemico repubblicano per eccellenza mettendo all’angolo i suoi collaboratori più stretti – la sequenza che porta alla conclusione del film genererà un tifone sulla politica americana in un modo o nell’altro – dall’altro è diretto al semplice elettore per costringerlo letteralmente ad esercitare il proprio diritto al voto.
Senza fare troppi giri di parole, conviene dare uno sguardo alla cartolina scorretta – o spot elettorale bipartisan – degli USA e rendersi conto su quale terreno si stia per consumare un’elezione a dir poco simbolica per una delle più grandi potenze mondiali.