Diretto da Travis Knight e accolto a priori da una ventata positiva di consensi anti Bay – trattandosi del primo film della serie Transformers non diretto dal re dell’action movie moderno che ha guidato il franchise Hasbro ad un successo planetario da oltre 4,7 miliardi di dollari – Bumblebee si presenta come il primo spin-off della saga, precedente al primo Transformers del 2007.
Bumblebee racconta eventi paralleli alla saga principale, partendo dalla guerra civile che infuria sul pianeta morente Cybertron e che vede gli Autobot ed il loro leader Optimus Prime resistere al male distruttivo dei Decepticon guidati da Shockwave.
Sin dalle prime sequenze possiamo distinguere in Bumblebee un tono decisamente meno epico ed enfatico rispetto agli stilemi di Michael Bay, una narrazione più leggera che coinvolge anche l’attenzione alla CGI, decisamente minore e più abbozzata rispetto alla cura maestosa e maniacale della computer graphics di Bay, capace di lavorare a braccetto con gli effetti speciali su scenografie immense e creare sequenze action immersive con un livello di realismo e dettagli con pochi eguali sul grande schermo, tale da essere stato posto da sua maestà Spielberg alla guida dei franchise Hasbro.
In Bumblebee l’eccellenza della CGI è essenzialmente dedicata alla realizzazione del protagonista, che non sfigura certamente rispetto alle sue precedenti apparizioni nella saga principale neanche per carisma e toni.
Travis Knight dirige un teen movie abbastanza spensierato che vede l’accoppiata di emarginati dal grande cuore Charlie, interpretata dalla brava Hailee Steinfeld, e Bumblebee compiere insieme un cammino di crescita e supporto reciproco, sfidando le proprie paure, i propri limiti e dimostrandosi capaci di piegare un destino apparentemente avverso e rendersi autori di grandi atti di eroismo.
Il tono narrativo di Bumblebee è scanzonato e umoristico, più simile all’episodio di un cartoon che ai blockbuster di Michael Bay, e molti personaggi sono volutamente ridotti a macchiette senza profondità o intelligenza emotiva, specialmente (ma non solo) le forze militari, di cui John Cena nelle vesti dell’Agente Burns è il rappresentante esemplare: superficiale, monocorde, abbastanza buffo e a tratti divertente nello svolgimento della sua storia personale.
Lungi dall’essere il migliore dei Transformers, è semmai il capitolo più low budget e ridimensionato dell’intera saga, Bumblebee mostra una grande attenzione alla ricercata colonna sonora, piacevolissimo e altrettanto ben innescato sottofondo della storia nella quale spiccano Everybody Wants to Rule the World dei Tears for Fears, Take on Me degli A-HA, Save a Prayer dei Duran Duran, I Can’t Drive 55 di Sammy Hagar, Don’t You (Forget about me) dei Simple Minds, Girlfriend in a Coma dei The Smiths e Runaway di Bon Jovi.