C’era una volta a Hollywood: speciale sulla scenografia premio Oscar, le automobili, la moda e i costumi della Hollywood del 1969
Fresco vincitore di due premi Oscar al migliore attore non protagonista Brad Pitt e alla migliore scenografia di Barbara Ling e Nancy Haigh, C’era una volta a Hollywood ha convinto la maggior parte della critica e del pubblico: uno dei grandi meriti del film è quello di aver ricreato un’atmosfera unica in cui si respira a pieni polmoni l’aria del 1969. Come ha fatto Quentin Tarantino a riportare in scena così fedelmente la Los Angeles di 50 anni fa?
Le scenografie di C’era una volta a Hollywood
Come ricostruire accuratamente la Los Angeles del 1969 senza spendere una fortuna? È questa una delle prime domande che deve essere venuta in mente a Tarantino, e soprattutto ai produttori, quando lo script è stato ultimato. Essendo L.A. una città in grande cambiamento la scenografia – affidata a Barbara Ling e Nancy Haigh – ha richiesto un grande e maniacale studio. Tutti gli edifici, i cartelli e persino i volantini sono stati studiati per essere fedeli a quelli del 1969, Tarantino voleva una precisione assoluta e così anche i particolari visivi più insignificanti sono stati approfonditi nel dettaglio. Le scene ambientante nella Hollywood Boulevard sono state girate nella vera strada, naturalmente chiusa al traffico ed allestita a dovere per il set: DiCaprio stesso racconta di quanto fosse speciale quell’atmosfera nel girare le scene.
Sono state studiate persino tutte le programmazioni dei cinema delle giornate in cui è ambientato il film, dunque tutti i film che vediamo pubblicizzati nei cinema erano davvero proiettati in quei precisi giorni ed in quei precisi cinema.
Le automobili di Tarantino
Tarantino ama le auto, in molti dei suoi film esse diventano iconiche o fanno da ambiente per le scene più importanti (basti pensare alla Pussy Wagon di Kill Bill o alle sequenze adrenaliniche di Grindhouse – A prova di morte), ma in questo suo nono film esse sono delle vere e proprie rappresentazioni dei personaggi che le guidano. Steven Butcher e Leonard Jefferson sono i due esperti ingaggiati dalla produzione per occuparsi di tutte le auto e per soddisfare le difficili richieste del regista essi hanno svolto sia un lavoro di ricostruzione di alcune automobili sia di ricerca delle originali. Ad esempio, la macchina di Cliff Booth (Brad Pitt) è una Karmann Ghia costruita fedelmente e modificata nel motore in modo che essa venga utilizzata per la guida spericolata del personaggio, così come la curiosa Roadster MG che nel film viene guidata da Roman Polański (Rafał Zawierucha) e che era una macchina davvero di moda nella Los Angeles degli anni ’60. Entrambe dunque sono state pensate appositamente in fase di pre-produzione e raccontano qualcosa dei personaggi; naturalmente anche tutte le auto che si vedono di sfuggita sono frutto di una ricerca accurata e meticolosa.
Un lavoro lungo e molto preciso di ricerca e di ricostruzione ma che dimostra quanto l’attenzione ai dettagli nei film di Tarantino sia fondamentale.
I costumi e la moda del 1969
Un plauso finale va fatto per lo studio del look del personaggio di Sharon Tate. Per crearlo è stata contattata Debra Tate, sorella di Sharon, che ha aiutato la costumista Arianne Phillips e la produzione e che ha anche donato alcuni gioielli della defunta sorella: Margot Robbie in alcune sequenze indossa dei veri anelli e orecchini che appartenevano a Sharon.
È interessante notare come molti dei dettagli elencati siano quasi impercettibili per lo spettatore che usufruisce dell’opera ma siano fondamentali per il regista che li sfrutta per rendere l’atmosfera unica ed autentica.
Per conoscere proprio tutto sul film evento di Tarantino, vi invitiamo a scoprire contenuti speciali delle edizioni home video di C’era una volta a… Hollywood. Buona visione!
Andrea P.