Call My Agent Italia 2 recensione serie TV Sky NOW di Luca Ribuoli e Lisa Nur Sultan con Michele Di Mauro, Sara Drago, Maurizio Lastrico, Marzia Ubaldi, Sara Lazzaro, Francesco Russo e Paola Buratto
Per chi avuto l’onere – nessun refuso – di intessere rapporti con il mondo dello spettacolo, Call My Agent Italia 2 può ragionevolmente assomigliare ad uno di quei backstage spettacolari che mostrano la carne viva nascosta dall’epidermide e dal bagliore delle panel lights. Per profani o normali spettatori, non c’è migliore descrizione di quella rintracciabile su un qualsiasi gel a base di artiglio del diavolo.
Quando ci si sente un po’ indolenziti e niente sembra aiutare, è il momento di ricorrere a un bell’episodio di Call My Agent Italia 2! È una serie che si assorbe rapidamente, non unge e non appiccica la pelle, ideale per svolgere massaggi distensivi su paturnie, malumori e angosce. La formulazione contiene il 98% del dietro le quinte del circus dell’intrattenimento, ricco di sostanze benefiche per l’organismo, ed è arricchita con intrighi, talent e qualità. Abbraccia la freschezza di Call My Agent Italia 2 e lascia che le tensioni professionali e emotive si dissolvano. L’unico prodotto adatto ad ogni stagione.
La responsabile principale del potere lenitivo sprigionato dalla serie concettualmente erede di Boris è probabilmente Lisa Nur Sultan che è capace anche nella seconda stagione di estrapolare topiche e situazioni con un’eco estremamente personale rimestando nel campo minato dello star system. Sarà per questo che nessuno episodio, al netto delle esigenze drammaturgiche, sfiora l’incredibile mantenendo una scrittura sempre a fuoco. Viene piuttosto da chiedersi a quale evento reale abbiano attinto per impostare gli archi verticali di ogni puntata a cui attori e attrici prestano con entusiasmo la propria percezione pubblica, quasi noncuranti della possibile contaminazione.
Continua a funzionare la formula tragicomica di radiografare un settore scintillante e oscuro, capace di regalare enormi soddisfazioni lasciando uno sciame di detriti invisibili ai più. Si tratta di una profondità difficile da mantenere senza diventare dei fenomeni da baraccone ed è probabilmente il motivo per cui la stessa sceneggiatrice e il regista Luca Ribuoli hanno annunciato l’addio alle armi nella prossima stagione. La coerenza di Call My Agent non è un esercizio di stile, ma il frutto della convergenza di un intelligente insider trading e di una franchezza velatamente spietata – basta ascoltare attentamente una battuta pronunciata da un inedito Gabriele Muccino a proposito di cinema e famiglia – che richiede dedizione.
L’antipasto dei primi due episodi lascia intendere che l’impeto della serie Sky non si è esaurito, si è anzi emancipato dall’originale francese Dix pour cent per rimanere fedele alla localizzazione italiana. Meriterebbe di essere vista anche solo per l’entusiasmo con cui le guest star di puntata – da Elodie a Sabrina Impacciatore – giocano in casa, ma rimane imprescindibile per capire le logiche di un settore che un logica, a ben vedere, non ce l’ha.