A Cannes 2019 è stato presentato, come parte della competizione ufficiale, Le Jeune Ahmed dei fratelli Jean-Pierre e Luc Dardenne, beniamini della critica francofona e non.
Il resoconto del nostro redattore Federico:
Appena passata la giovane Jeanne d’Arc di Bruno Dumont (a Un Certain Regard), ecco Le Jeune Ahmed dei fratelli Dardenne.
Diversa la religione, il fondamentalismo è uguale. L’età dei protagonisti, acerba e plasmabile. I registi belgi puntano alla terza Palma d’Oro (e dopo avere visto il film, è un loro diritto), con lo squarcio di vita di un ragazzino musulmano d’Occidente, che si fa radicalizzare da un imam e vuole uccidere la sua insegnante.
La firma è sempre quella. Dopo tre minuti ti accorgi della parentela di Ahmed con Rosetta (prima Palma), L’enfant (seconda Palma), Il figlio. Gli aggettivi sono sempre gli stessi: integro, nuovo realista, asciutto…
Ciononostante, Le Jeune Ahmed è a rischio spoiler. Come gli Avengers. Si tratta di cinema rilevante. Da vedere, far vedere, rivedere. E così via…
Le Jeune Ahmed, dicono i due fratelli, come sempre registi e sceneggiatori dei loro film, è una riflessione sul fondamentalismo che è stata ispirata loro dagli attentati avvenuti a Bruxelles il 22 marzo 2016.
Il film, che ha come protagonista il quattordicenne Idir Ben Addi, verrà distribuito in Italia da BIM Distribuzione.