Carnival Row recensione episodio 7 Il mondo che verrà con Orlando Bloom, Cara Delevingne, Tamzin Merchant e David Gyasi su Amazon Prime Video
Carnival Row recensione della prima stagione
Carnival Row – Episodio 1: Qualche dio oscuro si sveglia
Episodio 2: Aisling
Episodio 3: I Regni della Luna
Episodio 4: L’unione di cose diverse
Episodio 5: Niente più sofferenza
Episodio 6: Fate non accompagnate
Episodio 7: Il mondo che verrà
Episodio 8: Il crepuscolo
Al penultimo episodio, Il mondo che verrà appare titolo a dir poco profetico, pensando all’immenso mondo originale che René Echevarria e Travis Beacham hanno creato, mostrandocene tuttavia ad oggi soltanto pochi scampoli, più che altro nei pressi di Burgue, proprio quella Carnival Row che dà il titolo al ben fantasy prodotto da Amazon che stiamo avidamente seguendo e che poco o nulla ci ha mostrato di Tirnanoc, degli Stati del Patto Quiviro e Cibolan, o di Puyan, la nazione dei Fauni e la terra d’origine di Agreus (David Gyasi). Un mondo che crediamo non rimarrà celato a lungo, in un contesto narrativo che diventerà per forza di cose più ampio una volta svincolatosi dal seppur appassionante passato e presente di Philo (Orlando Bloom).
Imogen, Agreus e il progresso che verrà
Nel (nostro) mondo che verrà non sappiamo se a prevalere sarà il Male, l’interesse particolare, l’intolleranza e l’odio cieco ed assassino che sembra stiano per travolgere Burgue. Abbiamo di recente definito Imogen (Tamzin Merchant) e Agreus (David Gyasi) rappresentanti della perfetta metafora di oggi. Imogen, al primo minimo, insignificante dubbio di dover dire addio alle attenzioni del potente e facoltoso Agreus viene assalita dalla gelosia e dalla paura di perdere tutto, di perdere la speranza di un futuro migliore, e il suo spirito di sopravvivenza si ribella con veemenza. Il suo cuore egoista, insicuro e materialista si rivolta, proprio come il dipinto La Rivolta che ammirano insieme nel salotto di lui:
Siamo tutti sospesi da qualche parte tra il paradiso e l’inferno. (David Gyasi, Agreus)
Imogen cerca un soccorritore che salvi la sua esistenza dalla banalità. Riconosce in Agreus lo spirito progressista che lei non è mai riuscita nè è mai stata interessata a coltivare ma che si sforzerà di cavalcare pur di sopravvivere:
Ignora gli sguardi e gli sgarbi immaginando il giorno in cui la vista di un puck a Finistere Crossing attirerà l’attenzione non per il taglio del suo cappotto, ma per la natura del suo cuore? (Tamzin Merchant, Imogen)
Persino Jonah (Arty Froushan), dopo una vita di ozio, accidia e bagordi, tra un amplesso e l’altro ragiona sul mondo che verrà con Sophie (Caroline Ford), la giovane Longerbane che sembra fin troppo sveglia per essere appena uscita da un vita di clausura in biblioteca. Sia mai che, sommersa dalla cultura, abbia pure imparato ad evocare un Darkasher. Oppure – e sarebbe forse ancora peggio – che Burgue abbia un oscuro Cancelliere (Absalom Breakspear, Jared Harris) che sia in grado di farlo.
Non ci resta che scoprirlo nella prossima ed ultima puntata. Non stiamo più nella pelle.
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