Charline Bourgeois-Tacquet e Anaïs Demoustier: intervista alla regista e alla protagonista di Les amours d’Anaïs durante il France Odeon 2021
L’incontro con Charline Bourgeois-Tacquet, regista, e Anaïs Demoustier, attrice protagonista del film Les amours d’Anaïs, si è svolto all’Hotel Savoy in occasione della XIII edizione del festival del cinema francese France Odeon. Il film è stato presentato in concorso e in anteprima all’interno della rassegna: trovate la recensione sulle pagine del nostro magazine.
Charline Bourgeois-Tacquet e Anaïs Demoustier: l’intervista
Si tratta di un anno molto importante per il cinema francese e in particolare per il cinema francese femminile: a Cannes ha trionfato Julia Ducournau con il suo Titane mentre a Venezia è stato L’événement di Audrey Diwan a portarsi a casa il Leone d’Oro. Sono storie molto diverse ma, ognuna a modo loro, parlano di donne forti. Anche il vostro film ha come protagonista una donna coraggiosa e indipendente: da dove vi è venuta l’idea di realizzare questo film, quale storia vi eravate proposte di raccontare e quale pubblico intendete raggiungere?
Charline Bourgeois-Tacquet: La storia che volevo raccontare all’inizio era quella di una donna giovane, di trent’anni, che si innamora di un uomo sposato e incontra la moglie di quest’ultimo, finendo poi per innamorarsi di lei. Quattro anni fa abbiamo lavorato insieme a un cortometraggio – Pauline asservie – e successivamente abbiamo desiderato proseguire questo progetto per poi, alla fine, realizzare un lungometraggio. Quello che maggiormente ci è piaciuto è stata la rapidità e la vivacità che il cortometraggio permetteva di realizzare, elementi che abbiamo deciso di riportare nel film attraverso il ritmo, i toni ed i dialoghi molto veloci e vivaci. Attraverso questi elementi abbiamo cercato di riportare un tono da commedia ma la vera sfida che abbiamo incontrato è stata quella di lavorare sul desiderio e sulla sessualità in questi termini.
Mi è stato detto che in Francia il cinema del pubblico d’autore è composto prevalentemente da gente con più di cinquant’anni e anche più di sessant’anni, tuttavia la mia intenzione era quella di arrivare alle persone più giovani, dato che raccontiamo la storia di un personaggio che ha una trentina d’anni, più o meno la nostra età. Non so, però, se in seguito alla crisi portata dal Covid si sia verificato un grande ritorno di spettatori al cinema, non saprei dire se abbiano effettivamente visto il film, che in Francia è uscito a settembre.
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Ritornando al discorso sul desiderio e sulla sensualità di una donna, pensate che questo film riesca a portare il suo contributo all’interno di un dibattito di più ampio respiro su come vengono affrontati certi temi solitamente considerati taboo – come quello, appunto, del forte desiderio della protagonista?
Charline Bourgeois-Tacquet: Non ho teorizzato questo quando ho scritto il film, non mi sono detta “perfetto, andremo a sfondare questa porta, a distruggere tutto”. Quello che era evidente per me, essendo questo un film principalmente incentrato sul desiderio, era che il personaggio di Anaïs sperimentasse questa sensazione molto forte ed in modo improvviso. Sì, Anaïs prova un forte desiderio ed è una donna, ma, alla fine, la questione dell’omosessualità non si pone neanche: quello che volevo rappresentare era l’impeto del desiderio in qualsiasi persona. Detto ciò, se poi questo tema “risveglia” qualcuno, se serve come punto di riferimento per le persone più giovani o se permette di far riflettere chi ha una mentalità un po’ più chiusa a riguardo, tanto meglio.
Anaïs, come ti sei preparata per questo ruolo? Senti il personaggio protagonista come molto distante dalla te nella vita reale? Ritieni che sia stato difficile entrare nel ruolo e poi separarsi da questo oppure hai avuto modo di viverlo più a lungo ed affezionartici?
Anaïs Demoustier: La difficoltà più grande, per quanto riguarda il personaggio, l’ho incontrata nel testo: è abbondante ed è molto preciso, oltre che scritto benissimo. Ho trovato fondamentale saperlo alla perfezione per poter essere libera di interpretare il ruolo e restituire ciò che è scritto in modo meritevole. Oltre che con il testo mi sono dovuta sentire libera anche con i movimenti perché sapevo dall’esperienza precedente del cortometraggio che Charline ha un modo di mettere in scena molto preciso e dettagliato sugli spostamenti: chiede infatti agli attori di essere in posti precisi al momento giusto per poter integrare il testo con i movimenti del corpo.
Quella che vedrete è la storia di una donna che si innamora perdutamente di un’altra donna ed ero consapevole che ci sarebbero stati molti elementi con cui lavorare sul set e su cui potevo recitare. Vedrete poi sullo schermo un’altra attrice italiana – Valeria Bruni-Tedeschi -, quindi ero a conoscenza del fatto che avrei avuto modo di recitare tenendo in considerazione anche la connessione e l’ammirazione che ho per lei. Durante la lavorazione del film non avevamo a disposizione né molto tempo né molti soldi e per questo motivo non ho avuto grandi difficoltà ad uscire e rientrare nel personaggio, visto che mi dovevo sbrigare a fare bene le scene. Lavorare al film è stato come un vortice e infine vederlo concluso e realizzato si è rivelata un’esperienza piacevole, come arrivare alla fine di una corsa sfrenata.