Chi segna vince recensione film di Taika Waititi con Michael Fassbender, Elisabeth Moss, Oscar Kightley, Kaimana, David Fane, Will Arnett e Beulah Koale [Anteprima]
A volte deliziosamente assurde, a volte inimmaginabilmente comiche, le scene si susseguono senza che si sappia con precisione a quale tipo di storia si stia assistendo.
Chi segna vince è basato su fatti realmente accaduti. Racconta la straordinaria vicenda dell’allenatore olandese Thomas Rongen, chiamato a un compito improbo nello sport: prendere le redini della squadra di calcio delle Samoa Americane.
Questa piccola nazione aveva inanellato una serie di sconfitte, culminata in un risultato storico negativo durante le qualificazioni ai mondiali contro l’Australia, dove aveva subito una sconfitta per 31 a 0.
I giocatori, in particolare il portiere, erano stati etichettati come i grandi perdenti. La pellicola si focalizza sul percorso intrapreso con il nuovo allenatore per migliorare l’ultimo posto nel ranking FIFA, cercando di segnare almeno un gol nella sua storia calcistica.
Taika Waititi – che ovviamente si riserva un ruolo nel film – parte da un episodio vero che sembra cucito su misura per lui. Il suo umorismo stravagante, talvolta surreale, si rivela perfettamente adatto a comunicare il suo messaggio e a intrattenere gli spettatori.
Michael Fassbender recita con maestria mentre guida una squadra considerata la peggiore del mondo. Nel ruolo dell’olandese assume l’incarico di allenare i ragazzi e potenziare la loro autostima. Nonostante la riluttanza e i disastri iniziali, riesce a guadagnarsi la lor fiducia e a redimersi dalla sua altrettanto tumultuosa vita personale. La sua interpretazione si rivela il collante che tiene insieme l’intero film, conferendogli un tocco veramente speciale.
Un gruppo di attori meno noti contribuisce a dare vita a questa storia infondendole vitalità, energia e piacevoli sorprese. Tra di loro spiccano figure come Kaimana e Oscar Kightley, affiancate da nomi più noti (sebbene forse un po’ sottoutilizzati) come Will Arnett o Elisabeth Moss.
Waititi mette a segno un altro colpo superando il suo contegno esigente e amareggiato. In fin dei conti, la vita è fatta per essere goduta, e ancora di più su quelle isole paradisiache, come fanno i giocatori, che sono dei veri dilettanti nel senso migliore del termine. Questa volta non troviamo un briciolo di tragedia.
È un’opera che emana positività anche se si posiziona forse un gradino al di sotto di molte delle sue opere precedenti, risultando forse meno memorabile.
Il regista rinuncia al trionfalismo e celebra una qualità raramente riconosciuta nello sport: il piacere di giocare per divertimento in comunione con gli amici e con le persone amate.
Questa nuova produzione non è perfetta ma vale la pena vedere. Sembra essere stata concepita dopo il sorprendente successo planetario della serie Ted Lasso. Infatti, il protagonista presenta una parte del pathos, ma anche della nobiltà e dell’ottimismo del personaggio interpretato da Jason Sudeikis.
Waititi realizza un film leggero e forse prevedibile. Si concentra soprattutto sul vero significato del successo e su come lo sport sia più apprezzato quando si riscopre il suo lato ludico. Coloro che speravano in un nuovo Jojo Rabbit potrebbero quindi rimanere delusi.
Chi segna vince non cela le proprie intenzioni e fin da subito mostra gli abitanti di Samoa come un popolo felice, nonostante le difficoltà sul campo da gioco.