Ciao Marcello, Mastroianni l’antidivo recensione film di Fabrizio Corallo con Luca Argentero e Barbara Venturato [RoFF19]
Raccontare i colossi del cinema non è mai semplice. È difficile racchiudere una carriera in un paio d’ore di film, soprattutto quando si tratta di un documentario che fa del repertorio una parte integrante dell’opera. Molti ci provano, ma la maggior parte fallisce. Tuttavia, qualcuno riesce a distinguersi per originalità, efficacia e carattere.
Questo non è il caso di Ciao Marcello, Mastroianni l’antidivo, presentato alla 19° edizione della Festa del Cinema di Roma.
Fabrizio Corallo, con il supporto di Rai Documentari, ha voluto cercare un “nuovo” modo di esplorare l’uomo e il personaggio che è stato Marcello Mastroianni, costruendo una piccola storia con protagonisti Luca Argentero e Barbara Venturato. Insieme, i due danno il via all’esplorazione monografica attraverso il materiale d’archivio. Così inizia questo ping-pong tra gli interpreti, che chiacchierano di episodi della carriera dell’attore mentre si alternano segmenti dedicati ai temi accennati (l’esordio a teatro, le donne della sua vita, gli amichetti del cinema). Il tutto in un processo meccanico, privo di mordente, se non proprio di ritmo, interessante solo perché lo sono le documentazioni mostrate.
In Ciao Marcello, Mastroianni l’antidivo Le interpretazioni sono a dir poco blande, forse perché persino gli attori si stavano chiedendo quale fosse il motivo di avere quel tipo di interazione così artificiosa, fedelissima all’usuale concezione che i giovani, anche quando si trovano a lavorare (magia? nepotismo?) come assistenti al montaggio, non conoscono il cinema in alcun modo: non hanno mai visto un film di Fellini, non hanno mai sentito parlare dei grandi autori del cinema italiano e, in generale, non si interessano a nulla di nostrano per qualche misterioso motivo. Forse proprio per colpa di produzioni come questa? Un’idea.
Marcello Mastroianni esce fuori da questo mattatoio macellato e la sua figura, trattata come carne di prima qualità da servire in pasto al pubblico, finisce per essere martoriata, tagliata rozzamente e rovinata.
Ancora una volta l’attore che ha consacrato la grandezza del cinema italiano tiene in piedi la baracca e lo deve fare anche quando dovrebbe solo riposare in pace e limitarsi a prendere i meritatissimi applausi.