Cobra Kai 3 recensione della terza stagione della serie TV Netflix con Ralph Macchio, William Zabka, Courtney Henggeler, Martin Kove, Xolo Maridueña, Mary Mouser e Tanner Buchanan
Per onorare lo slogan “colpire per primi”, Netflix ha anticipato il rilascio della terza stagione di Cobra Kai 3, evento che è stato accolto con grande entusiasmo dai fan.
La fine violenta della seconda stagione aveva lasciato Miguel (Xolo Maridueña) gravemente ferito e in coma, con la vita appesa a un filo. Daniel (Ralph Macchio) con una situazione delicata in famiglia e Johnny (William Zabka) combattuto tra aiutare il suo amato studente o il figlio Robby (Tanner Buchanan).
Sembrava chiaro che la trama principale sarebbe stata risolvere i problemi dopo la rissa tra gli studenti della All Valley. In realtà non è stata l’unica. La serie ha colto l’occasione per diversificare le narrazioni individuali e regalarci un po’ di tutto: azione, nuove alleanze, sequenze di lotta e musicisti rock degli anni ottanta.
I personaggi vengono ancora più definiti dagli errori e dai traumi del passato. Ora, ogni studente deve affrontare le conseguenze dello scontro a scuola accumulando risentimento e scontri fisici.
Un aspetto interessante lo troviamo anche nella figura di John Kreese, personaggio arricchito grazie ad alcuni flashback del suo passato. Il vecchio sensei diventa l’antagonista totale che manipola una manciata di adolescenti per diffondere il terrore tra i suoi rivali, ai suoi occhi deboli perché emblemi di una società ormai priva di forza e disciplina.
Quando si parla di Cobra Kai il leitmotiv che viene in mente è nostalgia. La serie però si distingue anche grazie alla capacità di ridere di se stessa mantenendo la magia dalle prime due stagioni.
Il grande pregio è quello di coniugare sapientemente la malinconia – di chi come noi è cresciuto guardando i film – con le trame tipiche di un pubblico adolescente. Questo riuscito mix consente di catturare l’attenzione dei più giovani e di deliziare i più grandi con i suoi tributi, soprattutto grazie al ritorno di alcuni personaggi dei film (che non rivelereremo) capaci di integrarsi perfettamente ed in modo lineare nella storia.
Tuttavia se il tutto funziona così bene è in gran parte grazie a William Zabka e al suo Johnny, uno di quegli antieroi che genera simpatia per la sua determinazione a riscattarsi ogni volta che sbaglia. Ancorato agli anni Ottanta e imbranato con la tecnologia risulta uno dei personaggi televisivi più divertenti presenti oggi sugli schermi.
Netflix inizia il 2021 in grande stile, con l’agognata terza stagione. Dopo averla salvata dalla morte inaspettata su YouTube (forse non avrebbe mai dovuto funzionare) non solo ha superato ogni aspettativa ma ha stabilito un precedente nella gestione di vecchi contenuti nel rispetto del materiale originale, adattandosi ai tempi moderni con umorismo, leggerezza e affetto.
In un’era di reboot e sequel viene dimostrato che ci sono ancora modi per riciclare personaggi e storie di 40 anni fa provando che questa è una delle rivisitazioni più intelligenti in un’era impregnata di nostalgia.
Il lavoro svolto per trasformare un amato franchise cinematografico in uno spettacolo televisivo emozionante non è stato facile. Ma il team di Cobra Kai ce l’ha fatta.