Confidenza recensione film di Daniele Luchetti con Elio Germano, Federica Rosellini, Vittoria Puccini, Pilar Fogliati e Isabella Ferrari [Anteprima]
Qual è la confidenza che Pietro Vella (Elio Germano) e Teresa Quadraro (Federica Rosellini) si scambiano in nome di un legame eterno e eternatore?
Il regista Daniele Luchetti offre al pubblico un ampio margine d’immaginazione sulle parole bisbigliate da due amanti sull’orlo di un sentimento tumultuoso che sarebbe un peccato ridurre soltanto ad amore. Uno spazio necessario e in disuso, occupato da narrazioni sbilanciate verso tesi da promuovere senza contraddittorio e senza conflito, ritagliato nel segreto e nel non-detto.
C’era una fiaba in cui qualcuno aveva un grande segreto da custodire e, nel timore di non riuscire a mantenerlo, lo riversava in una grande buca nel terreno. Peccato che sarebbe rispuntato poi come un arbusto i cui fiori lo avrebbero svelato. Pietro Vella lo ha gettato invece tra i tizzoni ardenti sperando che un cumulo di cenere potesse nascondere una brace sempre viva.
Con precisione e diligenza, Confidenza scaturisce dal MacGuffin circoscritto nell’omonimo romanzo nel tentativo di esplorare gli aspetti delle fratture che compongono la fragilità umana.
E’ importante sottolineare come le direzioni intraprese dalla regia e dal cast rifuggano il più possibile dalla coerenza dei registri comunicativi.
Per raccontare qualcosa che non può essere raccontato la colonna sonora di Thom Yorke devia dalle indicazioni corporee degli attori, le situazioni sfuggono alla linearità temporale per intercettare brandelli di passato. Regna un’incoerenza sistemica che perturba una storia di passione vissuta e mai del tutto abbandonata, il cui specchio sono gli sguardi imperscrutabili e obliqui di Federica Rosellini.
Daniele Luchetti è infatti rigoroso, insieme a Francesco Piccolo, nell’adattare le pagine di Domenico Starnone per scandagliare lo spettro umano e ripercorrere i momenti salienti di una vita-campione.
C’è sicuramente un segmento recondito capace di distruggere il costrutto sociale di ogni Pietro Vella e spendiamo vite intere a imbellettarlo o addirittura sequestrarlo. E se qualcuno, altro rispetto a noi, riesce ad averne un frammento si apre una crisi d’identità a cui non si è fondalmente preparati. D’altronde il suo nome è un omaggio a Leonardo Sciascia che, quasi cinquant’anni fa, constatava che appena svelato compiutamente un segreto, appena data perfetta forma, e cioè rivelazione, a un mistero, appena dopo è la morte. Non è dato sapere quello che ha unito per la vita Pietro e Teresa ma è assodato che ha permesso a due esistenze, un film e un libro di irradiarsi senza che la morte sopraggiungesse.
Confidenza rimane quindi un osservatorio privilegiato sulle conseguenze di un evento capace di scuotere le fondamenta di un individuo estremamente normale, uno dei tanti nomi sul citofono di un condominio densamente abitato. E solleva un quesito. Noi saremmo pronti a morire per essere liberi?