Coup de Chance recensione film di Woody Allen con
Lou de Laâge, Valérie Lemercier, Melvil Poupaud e Niels Schneider.
Woody Allen, dopo la breve e recente parentesi spagnola con Rifkin’s Festival del 2020, vola in Francia e realizza il suo ultimo lungometraggio con un cast interamente francese.
Il regista di Io e Annie e di Manhattan torna a rileggere un genere a lui caro: la commedia sfrenata che incontra il thriller serrato in un connubio vincente. Il film, ambientato prevalentemente nei quartieri borghesi della capitale francese, ad eccezione di una parte finale girata all’interno di un bosco, racconta di una coppia (Fanny e Jean) sull’orlo di una crisi di nervi e divorata da una mondanità soffocante.
L’incontro causale tra Fanny (Lou de Laâge) e Alain (Niels Schneider), un vecchio compagno di scuola, determinerà nella donna un drastico cambiamento a livello sentimentale, poiché l’attrazione fatale nei confronti dell’amico ritrovato diventerà sempre più intensa ed ossessiva.
Ma il destino forse ha in serbo per Fanny una sorte ben diversa da quella che si sarebbe mai potuta immaginare.
Coup de Chance sotto la veste da commedia raffinata – alla quale negli anni Allen ci ha abituato conferendole un tocco di classe squisito – nasconde nelle sue pieghe un thriller avvincente e sofisticato, che scorre come una partita di scacchi frenetica. Con questo nuovo lungometraggio l’autore statunitense torna a dialogare con il suo pubblico mediante un racconto apparentemente frivolo, ma che ben presto trasforma l’iniziale sviluppo narrativo in una spietata caccia condotta da un uomo poco incline ad accettare la volontà della sua amata.
Realizzato in lingua francese, non è solo il ritorno di Allen a tematiche più misteriose e in un certo senso paranoiche, ma è l’occasione per il regista di aprire le porte definitamente al cinema europeo, una dimensione non nuova, ma nonostante ciò funzionale al suo nuovo percorso cinematografico. Già in precedenza alcuni suoi film erano ambientati in Europa ma sempre con il supporto di produzioni statunitensi.
Un’ulteriore prova, questa, per affermarsi come un autore in grado di comunicare apertamente con un pubblico diverso e cosmopolita, poiché il suo cinema è umano e universale. Non a caso le sue ultime produzioni sono state maggiormente apprezzate dalla stampa e dagli spettatori europei.
Nonostante le accuse e le critiche, il cinema di Woody Allen, al pari di quello di Roman Polanski, non smetterà mai di esistere, riuscendo a proporre sempre progetti interessanti e convincenti, seppur non del tutto innovativi. Inoltre, privare questi registi del mezzo cinematografico significa inevitabilmente negare loro la possibilità di esprimere la loro passione per la narrazione di storie.
Coup de Chance dimostra di possedere due anime ben distinte, in cui Allen disorienta lo spettatore immergendolo in una storia che sembra provenire da un’epoca passata. Potremmo descriverlo come un concentrato sofisticato di emozioni, risate e capovolgimenti di prospettive, tutto attraverso un linguaggio cinematografico che sembrava aver abbandonato da tempo in favore della commedia raffinata e del dramma emotivo.
Un film che regala molte risate (la comicità sembra essere una caratteristica distintiva di questo festival, tra i partecipanti troviamo anche Richard Linklater con il potente Hit Man e Yorgos Lanthimos con Povere creature!). Tuttavia, allo stesso tempo, ci mette di fronte a personaggi umani costantemente in bilico tra un destino avverso e un sentimentalismo accecante.
Per Woody Allen passano gli anni, ma talento e maestria evidentemente rimangono, perché il suo nuovo lavoro (sperando che non sia l’ultimo) sembra essere stato diretto da un esordiente con le idee molto chiare.
Coup De Chance è un film ironico, che regala al pubblico e alla critica forse uno tra i migliori finali di sempre dell’universo cinematografico “alleniano”.