Diamanti

Diamanti recensione film di Ferzan Ozpetek [Anteprima]

Il nuovo film di Ozpetek è una raffinata celebrazione dell'eleganza della moda, dei movimenti e delle musiche, che guida lo spettatore attraverso un viaggio emozionale e di profondo cambiamento.

Diamanti recensione film di Ferzan Ozpetek con Luisa Ranieri, Jasmine Trinca, Stefano Accorsi, Luca Barbarossa, Geppi Cucciari e Anna Ferzetti [Anteprima]

 

Diamanti di Ferzan Ozpetek (Credits: Stefania Casellato)
Diamanti di Ferzan Ozpetek (Credits: Stefania Casellato)

Sono diciotto le donne che hanno preso parte al nuovo progetto cinematografico di Ferzan Ozpetek, Diamanti, che sarà disponibile in tutte le sale italiane a partire dal 19 dicembre, distribuito da Vision Distribution.

La pellicola si apre con un pranzo tra amici. È lo stesso regista a invitare nella sua casa le attrici e gli attori che più stima: artisti con cui ha già collaborato in passato o con cui ha sempre desiderato lavorare.

In questa occasione, lo stesso Ozpetek presenta agli ospiti la sua idea: realizzare una pellicola al femminile. Nel prologo, che svela subito il carattere metacinematografico del progetto, si accende uno scambio di battute fra attori e regista.

Tra gli invitati c’è chi ha dubbi, chi è entusiasta e chi, al contrario, vuole andare via.

Il gruppo, radunato intorno al tavolo, comincia con la lettura del copione: le attrici si concentrano sulle battute, studiano i gesti, i movimenti corporei e gli sguardi. Ed è a questo punto che, con una transizione delicatissima, veniamo trasportati negli anni ’70.

Un gruppo di donne lavora in una grande sartoria cinematografica, negli anni in cui la moda esplode, gli amori sono spensierati e le passioni, la musica e i balli dominano la scena.

Tuttavia, quella sensazione di leggerezza e felicità che traspare nei primi minuti si rivela essere solo un’illusione. Il contesto, infatti, è segnato anche da manifestazioni, violenza domestica, patriarcato, lutto e depressione. L’apparente serenità inizia a dissolversi, lentamente, come la nebbia al sole.

Il pluripremiato regista presenta un’opera interamente sensoriale e sospesa nel suo contesto: oltre a parlare al cuore, parla anche alla mente e all’immaginazione, riuscendo ad evocare emozioni potenti e profonde come non aveva mai fatto fino ad ora.

Due sorelle, interpretate da Jasmine Trinca e Luisa Ranieri, sono guidate da un legame fatto di distanza affettiva, silenzi e parole non dette. È proprio attraverso il loro rapporto che si svela il vero obiettivo del film: raccontare la vulnerabilità e la delicatezza femminile.

Un’avventura visiva di grande profondità, incentrata sulla condivisione del dolore, dove le donne, solo al di fuori delle mura domestiche, riescono a dare vita alla loro serenità e femminilità.

La casa, sebbene marginale, rappresenta uno dei luoghi più fondamentali.

Diamanti di Ferzan Ozpetek (Credits: Stefania Casellato)
Diamanti di Ferzan Ozpetek (Credits: Stefania Casellato)

In Diamanti, la casa non è il rifugio di amore, sicurezza e certezza, ma un luogo dove si è costretti ad affrontare i propri demoni interiori, quelli che minacciano di danneggiare la nostra esistenza.

Senza l’amore, la sorellanza e il senso di unione, la loro figura all’interno della casa sembra quasi dissolversi, rivelando tutte le tristezze e debolezze che, una volta varcata la soglia della sartoria, vengono magicamente alleviate.

Proprio a partire dal concetto di casa si può cogliere la natura ossimorica della pellicola.

È un film che esplora l’unione dei contrari, l’abbraccio delle diversità e la loro accettazione e inclusione. La storia è popolata da personaggi che sembrano essere nulla, eppure sono tutto; che appaiono felici, ma in realtà sono tristi; che si mostrano diversi, ma sono profondamente simili. Sono figure che non amano, ma al contempo amano con tutto il cuore.

Diamanti non è solo un film che celebra l’eleganza della moda, ma anche quella degli sfondi, dei movimenti e delle musiche. Ferzan Ozpetek è il narratore invisibile, ma in alcuni momenti – soprattutto nel prologo, nell’intermezzo e nell’epilogo – esce allo scoperto, diventando una presenza fisica, un’entità che afferra la mano dello spettatore e lo guida nella storia.

La figura del regista all’interno dell’opera simboleggia cambiamento e maturazione: entra nel film, lo crea e poi lo rivive una volta concluso, per risentirne, attraverso odori, carezze e visioni, il sapore di un’infanzia che si fa sempre più distante.

Diamanti di Ferzan Ozpetek (Credits: Stefania Casellato)
Diamanti di Ferzan Ozpetek (Credits: Stefania Casellato)

Sintesi

Diamanti di Ferzan Ozpetek esplora la vulnerabilità femminile attraverso la storia di due sorelle e un gruppo di donne, resilienti come diamanti, in una sartoria cinematografica degli anni '70. È un racconto di dolore e forza della sorellanza, arricchito da uno stile metacinematografico e sensoriale. Una celebrazione dell'eleganza della moda, dei movimenti e delle musiche, che guida lo spettatore in un viaggio emotivo e di cambiamento.

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