Diavoli 2 recensione serie TV Sky di Nick Hurran e Jan Maria Michelini con Alessandro Borghi, Patrick Dempsey, Malachi Kirby, Pia Mechler, Paul Chowdhry, Lars Mikkelsen, Li Jun Li e Clara Rosager
Dopo il successo della prima stagione, il financial thriller Diavoli torna sul piccolo schermo.
Diretta da Nick Hurran e Jan Maria Michelini a partire dal libro di Guido Maria Brera I diavoli, in co-produzione Sky Italia e Lux Vide e dal cast d’eccezione, la seconda stagione di Diavoli sarà disponibile a partire dal 22 aprile su Sky Atlantic e NOW.
Sono passati quattro anni dalla fine della prima stagione, quando Massimo Ruggero (Alessandro Borghi) ha accettato di sostituire come CEO della banca NYL colui che precedentemente era il suo mentore: Dominic Morgan (Patrick Dempsey). Gli autori hanno deciso di mettere in scena “quello che è successo quando si è rotto tutto”, nel 2016, in un’Europa scossa dalla possibilità della Brexit e con l’altro lato del mondo – l’America – che si prepara alle elezioni. Nessuno, nel 2016, si aspetta che presto ci sarà un’altra guerra da affrontare, quella tra Cina e America per avere controllo sui dati di milioni di persone.
Diavoli è una sfida produttiva. Non c’è bisogno di nuove teorie complottiste, perciò cerca di rendere tutto quanto più comprensibile possibile e mette insieme cronaca, attualità e finanza (che si trova con molto a cui pensare).
Tornano tutti i Pirati, il team di trading di Massimo composto da Eleanor (Pia Mechler), Kalim (Paul Chowdhry) e Oliver (Malachi Kirby). Torna anche Lars Mikkelsen, interprete di Daniel Duval – la storyline di Subterranea è tutto tranne che finita.
Il vecchio cast si affianca al nuovo. Al board appare Cheng Liwei, interpretato da Joel de la Fuente, dopo che la NYL si è fusa con una banca cinese, e cinese è anche la nuova Head of Trading, Wu Zhi (Li Jun Li).
Al cast si aggiungono anche Clara Rosager, interprete di Nadya, nuova protetta di Dominic Morgan e genio della matematica, e Ana Sofia Martins, attrice portoghese il cui ruolo nella serie è ancora un dubbio. Il suo personaggio, però, viene da lei descritto come “graffiante e da temere”, e non vediamo l’ora di poterlo confermare.
In questa seconda stagione le donne prendono posto in una City of London (il centro della finanza del Regno Unito) che è ancora oggi un mondo molto bianco e molto maschile, ma lo fanno con una scrittura magistrale. Sono sempre appartenute lì, non è strano che ricoprano incarichi di spessore, è raro che la loro posizione venga messa in dubbio, e anche se c’è un tocco di invidia femminile è basata su qualcosa di diverso dal sesso.
Con un crescendo musicale e una fotografia studiatissima, Diavoli ci porta dal 2016 al 2020, senza dimenticare la pandemia. La seconda stagione, dice Borghi stesso, è “molto più bella della prima”, e chi siamo noi per dargli torto?