Diavoli recensione serie TV di Nick Hurran e Jan Maria Michelini con Patrick Dempsey, Alessandro Borghi, Lars Mikkelsen, Kasia Smutniak, Laia Costa, Pia Mechler, Sallie Harmsen e Malachi Kirby
Tratto dal romanzo di Guido Maria Brera I diavoli, arriva sul piccolo schermo la tanto attesa serie TV Sky Original sul misterioso mondo della finanza, trasmessa su Sky Atlantic sia via satellite che in streaming su Now TV.
Protagonisti Patrick Dempsey, star del medical drama Grey’s Anatomy che interpreta Dominic Morgan, CEO della NYL, New York – London Investment Bank, e il suo fedele collega, l’head of trading Massimo Ruggero, interpretato da Alessandro Borghi, attore più amato nel panorama italiano degli ultimi anni.
In queste prime due puntate a dominare la scena è proprio il personaggio di Massimo: giovane studente che da un’umile famiglia del sud Italia lascia casa per studiare a economia a Londra fino a raggiungere un notevole successo nel mondo della finanza, un team di cui è leader e un garage pieno di Ferrari.
A mancargli è l’amore; sua moglie Carrie (Sallie Harmsen) lo ha lasciato per una passione più grande, quella per le droghe. È proprio questa perdita che in un primo momento sembra essere la debolezza di Massimo, mostrando che nemmeno i grossi investimenti finanziari valgono più della donna amata.
Dominic Morgan è un uomo tutto d’un pezzo, che difficilmente perde la testa o mostra i suoi sentimenti. Non versa una lacrima alla commemorazione del figlio morto in Iraq e non si arrabbia quando percepisce che Massimo gli nasconde qualcosa.
A unire Massimo e Dominic non è solo il lavoro, ma anche Nina (Kasia Smutniak), infelice moglie di Dominic e complice di Massimo.
I primi due episodi di Diavoli mostrano come mixare elementi drammaturgici noti con un tema meno noto, quello della finanza. Per quanto l’argomento non sia conosciuto alla maggioranza, difficilmente uno spettatore può sentirsi ignorante, perché i meccanismi narrativi fanno passare in “secondo piano” i dettagli economico/finanziari.
Purtroppo però la scrittura non sembra avere nulla di originale o indimenticabile: il rapporto di amici, nemici, colleghi e rivali di Massimo e Dominic non è dissimile da quello fra Gennaro Savastano (Salvatore Esposito) e Ciro Di Marzio (Marco D’Amore) in Gomorra.
La relazione tra Massimo e la giornalista Sofia Flores (Laia Costa) ricorda quello tra Frank Underwood (Kevin Spacey) e Zoe Barnes (Kate Mara) in House of Cards. Infine, lo studente prodigio Oliver Harris (Malachi Kirby) conosce e usa le regole del linguaggio del corpo, proprio come Lie to me ha già fatto.
A spiccare è la regia ritmata e moderna di Nick Hurran, che pone le basi per un serial di prospettiva, dagli spunti interessanti e ben confezionato.