Dieci Minuti recensione film di Maria Sole Tognazzi con Barbara Ronchi, Fotinì Peluso, Margherita Buy e Alessandro Tedeschi [Anteprima e conferenza stampa]
Dieci minuti, il nuovo film di Maria Sole Tognazzi con Francesca Archibugi co-sceneggiatrice in collaborazione con Sky e Netflix, è liberamente ispirato al romanzo di stampo autobiografico della giornalista e scrittrice Chiara Gamberale, presente anche in conferenza stampa.
Le musiche sono composte da Andrea Farri, noto per la sua collaborazione precedente con la regista nella realizzazione della serie televisiva Petra. Maria Sole Tognazzi sottolinea l’importanza della colonna sonora nel processo cinematografico, affermando: ‘La musica entra nei film ancor prima del montaggio’. La regista elogia la preziosa collaborazione con Farri, ricordando come quest’ultimo le abbia inviato il tema musicale in anticipo sulle scene, ispirate proprio dall’ascolto notturno prima del ciak.
Bianca (Barbara Ronchi) è in piena crisi esistenziale dovuta ad un improvviso momento di disequilibrio e alla perdita delle proprie certezze a causa del licenziamento e della fine del matrimonio con Niccolò (Alessandro Tedeschi – marito della Ronchi anche nella vita)
Questa condizione la porta a seguire il consiglio della propria psicologa, la terapeuta Brabanti (Margherita Buy), improntato sul principio di realtà: vivere ogni giorno per dieci minuti un’esperienza inconsueta, che la porti fuori dal dolore divenuto ossessione e chiusura.
Separazione e abbandono sono spesso al centro dei film della Tognazzi e, in questo caso, si fanno motore di rinnovamento e apertura alla vita. In conferenza stampa la Gamberale si dice felice dell’avvenuta trasposizione e di come la “sottrazione” dei toni da commedia presenti nel libro (cita come richiamo Nora Ephron) a favore di quelli più drammatici, abbiano dato spessore artistico alla rappresentazione scenica.
Spostare l’attenzione dall’ossessione e abituare il trittico testa-cuore-corpo all’ignoto, alle nuove possibilità inesplorate, ci spiega la Ronchi, porta la protagonista a rinascere attraverso il coraggio e la meraviglia e uscire da un dolore egoriferito.
Prezioso in questo percorso il rapporto con la sorella Jasmine, la bravissima Fotinì Peluso, altro personaggio femminile forte e risoluto, supporto essenziale per la risalita di Bianca nell’affrontare i momenti di vertigine in cui si deve correre un rischio per poter cambiare, anche ricostruendo i pezzi dal passato.
Barbara Ronchi racconta in conferenza di come abbia chiesto supporto alla Archibugi per entrare meglio nel mondo di un autore e capire come funziona il processo creativo della scrittura. Il personaggio da lei interpretato, attraverso la scrittura, ritrova il doppio piano di realtà e visione, vita reale e immaginaria, inquadrandolo come una specie di infanzia dell’essere umano.
La Buy dice di provare simpatia per il suo personaggio, in cui riconosce quella parte di sé apparentemente scontrosa e poco empatica, ma in realtà sulla difensiva e con le proprie fragilità. Interessante anche il punto di vista dell’attrice che individua nella storia un elemento di giallo, qualcosa da scoprire nella progressione degli eventi.
Dieci minuti offre molti spunti su cui riflettere: imparare a guardare oltre e ascoltare per uscire dal proprio dolore, che può diventare nicchia e ossessione, e scoprire che dal momento in cui ciò accade, le persone finalmente “appaiono” come per magia.
Appena la protagonista inizia a rispondere agli stimoli esterni, tutti i personaggi sbocciano e prendono vita e il mondo inizia a mostrarsi.
Un film in cui le donne hanno un ruolo cardine, ma che affronta anche le fragilità maschili.
Per fare ordine dentro di noi, occorre fare dei passi indietro? Abbiamo nodi da sciogliere davanti a cui ci sentiamo senza difese, che spesso risalgono alla nostra infanzia. Qualcosa che pensiamo di aver superato, ma che ci è rimasto dentro.
Tuttavia, come ricorda la dottoressa Brabanti, non è forse la debolezza la cosa più grande dell’essere umano?
