Doppia Pelle recensione film scritto e diretto da Quentin Dupieux con Jean Dujardin, Adèle Haenel, Albert Delpy, Coralie Russier, Marie Bunel e Pierre Gommé
La visione di Doppia Pelle ci fa riflettere: come si crea una competizione festivaliera? Nella incredibile mole di materiale che i selezionatori si trovano ad affrontare per arrivare agli effettivi contendenti c’è sicuramente una distinzione intrinseca tra opere meritevoli di attenzione e pasticci che inneggiano al fast forward, tra opere con un’idea dietro e immagini senza capo né coda. Da qui si procede di sottrazione in sottrazione, riempiendo sezioni ed eventi collaterali, per dare una direzione e una logica alla competizione stessa, avendo già in mente chi sarà presente per fare la voce grossa e chi dovrà accontentarsi di fare lo sparring partner di qualcun altro.
Sarebbe interessante chiedere al comitato selezionatore quale sia stato il primo impatto con Doppia Pelle, l’ultima realizzazione di Quentin Dupieux ammessa alla scorsa edizione del Festival di Cannes nella sezione parallela della Quinzaine des Réalisateurs. Avremmo voglia di chieder loro come hanno processato la prima volta la surreale storia che ruota intorno ad una giacca di vera pelle di daino? Roba da stropicciarsi gli occhi e darsi dei bei pizzicotti sulle braccia.
Jean Dujardin interpreta un uomo in fuga dalla sua vita e da se stesso. La sua ossessione feticistica per questo capo di abbigliamento è il prodromo di un progressivo distacco della realtà che si compie attraverso una videocamera e un film improvvisato, senza regista, troupe, sceneggiatura e produzione. Eppure l’uomo preme il tasto rec e riempie cassette che affida ad una aspirante e amatoriale montatrice per fare in modo che la sua lucida follia non svanisca come una bolla di sapone.
Il regista francese restituisce alla perfezione la commistione di causalità e casualità, con l’una che si perde nell’altra senza troppi complimenti nonostante il “progredire” degli eventi. È estremamente piacevole seguire il flusso, riconoscere l’assurdo ma decidere di seguirlo per provare ad indovinare la direzione che viene intelligentemente disseminata qui e lì (facile ex-post). A conti fatti Doppia Pelle è qualcosa di dark, di comedy, di horror che ha la fortuna di non avere troppe preoccupazioni – se ne infischia della durata canonica attuale, è totalmente nelle mani di Dupieux, approfondisce i personaggi quel tanto che basta – tanto da non essere niente di tutto quello che potremmo continuare a scrivere.