Dora e la città perduta recensione del film di James Bobin con Isabela Moner, Michael Peña, Eugenio Derbez e Eva Longoria
Adattamento live action in salsa teen comedy della serie animata Dora l’esploratrice targata Nickelodeon, Dora e la città perduta di James Bobin vi lascerà senza fiato per quanto riuscirà a farvi ridere.
Dora l’esploratrice racconta le avventure di Dora, avventurosa bambina che vive nella giungla insieme ai suoi genitori, il cugino Diego e la sua inseparabile scimmia Boots. La peculiarità di questo prodotto televisivo per bambini è la sua costante interazione con il pubblico: in tutti gli episodi i personaggi provano ad interagire con lo spettatore facendogli delle domande, per poi restare immobili e silenziosi per diversi secondi invogliandolo a pensare e a pronunciare la risposta.
Dora e la città perduta inizia mostrandoci Dora e Diego da bambini che corrono per la giungla mentre fuggono da un branco di elefanti impazziti. Ritrovandosi più tardi a cena, sana e salva, Dora si rivolge allo spettatore rompendo la quarta parete, mentre il padre fissa preoccupato il muro dietro di sé.
Esattamente 10 anni dopo, Dora (Isabela Moner) è un’adolescente che trascorre ancora le sue giornate in mezzo alla giungla, giocando con la scimmietta Boots e leggendo molti libri, finché un giorno i suoi genitori (interpretati da Michael Peña ed Eva Longoria) pensano sia meglio che lei vada a vivere da suo cugino Diego (Jeff Wahlberg) in America, mentre loro proseguiranno le ricerche archeologiche che stanno conducendo. La loro speranza è che Dora possa finalmente avere una vita normale, insieme a i ragazzi della sua età, tuttavia così facendo la nostra avventuriera si ritrova ad affrontare il peso della solitudine al liceo.
La nuova vita apparentemente tranquilla di Dora si interrompe ben presto, quando gli eventi precipitano a causa di una banda di mercenari che rapisce lei e la sua famiglia. Dora dovrà così salvare se stessa e i suoi cari, grazie anche ai suoi nuovi amici della scuola, prima che i cattivi riescano a trovare la Città Perduta di Paparata.
Le citazioni al cartone originale diventano delle splendide battute comiche e non spezzano il tono del film, anzi riescono nell’obiettivo riuscendo a divertire gli spettatori, ovviamente non vengono tralasciati i riferimenti ai film di Indiana Jones ed al più recente Tomb Raider.
Dora e la città perduta affronta il senso di solitudine ed emarginazione degli adolescenti, le difficoltà che hanno nel riuscire ad integrarsi ed essere parte di un gruppo, senza avere il peso di sentirsi giudicati per come si è veramente. La massima espressione della propria identità si ottiene soltanto con la volontà di essere chi siamo veramente, senza mostrarci per come vorremmo essere visti e giudicati.
Anche se non doveste cogliere tutte le citazioni alla serie animata riderete per quasi due ore, immersi nel verde della giungla insieme a Dora questa avventura spensierata e divertente assolutamente azzeccata per tutta la famiglia.
Marco R.