Downton Abbey II – Una nuova era recensione film di Simon Curtis con Maggie Smith, Hugh Bonneville, Michelle Dockery, Tuppence Middleton e Hugh Dancy
Non è passato molto da quando vi abbiamo parlato del primo lungometraggio destinato per le sale cinematografiche targato Downton Abbey. Era, infatti, stato presentato in concorso durante la 14° edizione della Festa del Cinema di Roma, dove avevamo, tra l’altro, avuto modo di incontrare parte del cast. A poco più di due anni di distanza, la famiglia Crawley torna sullo “schermo argenteo”, accompagnata da tutta una serie di interrogativi riguardo la longevità di questo franchise, che farebbe invidia alla contessa madre. Vediamo come se l’è cavata in questa recensione di Downton Abbey II – Una nuova era.
Il film riprende sostanzialmente da dove ci eravamo lasciati nel 2019. I Crawley stanno per varcare la soglia degli anni Trenta e la loro situazione economica e sociale non è delle migliori: i tempi dell’aristocrazia sono ormai lontani e il subbuglio socio-culturale che ha colpito l’Europa a partire dalla fine della Prima Guerra Mondiale ha rimescolato le carte in tavola. La famiglia di Downton si trova alle strette e quando un cineasta si presenta alla porta, speranzoso di poter girare alcune scene del suo prossimo film nella fastosa dimora in cambio di una generosa somma di denaro, i Crawley sono costretti ad accettare.
Nel frattempo, dalla Francia arriva la notizia che la contessa madre (la sempre pungente Maggie Smith) ha ereditato una villa sulla Costa Azzurra da una sua vecchia conoscenza. Così, la narrazione si scinde in due direttrici: da un lato seguiamo i domestici, lady Mary (Michelle Dockery) e la contessa di Grantham mentre seguono con dubbio e fascinazione le riprese del film di Jack Barber (Hugh Dancy), mentre dall’altro troviamo i coniugi Crawley (Hugh Bonneville ed Elizabeth McGovern), la figlia Edith (Laura Carmichael) e i novelli sposi Tom e Lucy (Allen Leech e Tuppence Middleton) diretti verso il sud della Francia, invitati dall’attuale proprietario della villa, nonché figlio della “vecchia fiamma” di Lady Grantham.
Downton Abbey II – Una nuova era segue la traiettoria che abbiamo imparato a conoscere da questa e altre produzioni simili: una serie di equivoci, problematiche e incomprensioni si vengono a creare per poi trovare risoluzione nel corso della pellicola. Tuttavia, abbiamo notato, ancora più che in passato, una certa “serenità” che ammanta le situazioni e le relazioni tra i personaggi. Quella punta di acidità, di conflitto, che ha contraddistinto la serie per il corso delle sue sei stagioni, ha trovato quiete in una strana parentesi idilliaca priva di rancore e risentimento. Gli abitanti di Downton convivono in armonia, con solo le battute sarcastiche della contessa madre a richiamare quell’atmosfera da brit drama televisivo che caratterizzava la serie.
Dal punto di vista prettamente audiovisivo, invece, la pellicola cerca di rimanere sui solchi tracciati dalla serie, prima, e dal lungometraggio, poi, ma la regia di Simon Curtis spesso si spinge un po’ oltre, con vedute aeree elaborate e per lo più pompose (a volte, anche abbastanza sciatte). A parte queste piccolezze espressive, tutto ciò che si trova dinanzi alla macchina da presa è degno della produzione che rappresenta, portando Downton agli albori degli anni Trenta con grande semplicità ed eleganza.