Elio Germano: intervista al protagonista di America Latina di Damiano e Fabio D’Innocenzo presentato alla Mostra del Cinema di Venezia 78
Durante le attività stampa a Venezia 78 di America Latina, il nuovo, misterioso film dei fratelli D’Innocenzo con protagonista Elio Germano, c’è nell’aria molta apprensione, quasi tensione. Il lungometraggio presentato in concorso a Venezia infatti è tutto giocato intorno a un mistero in crescendo, il cui disvelamento deve ovviamente rimanere top secret fino all’arrivo in sala.
Al centro di questo cupo thriller psicologico ambientato a Latina c’è Elio Germano, che dopo Favolacce si conferma attore di riferimento (il feticcio) per i due registi premiati a Berlino con il Leone d’Argento. America Latina come idea e sceneggiatura è nato proprio in Germania, nei giorni in cui i due fratelli attendevano di scoprire se avrebbero avuto un riconoscimento (che poi è arrivato, creando molte aspettative su questo lavoro successivo). Sulla sceneggiatura i due fratelli registi hanno lavorato per tutto l’anno successivo, tentando di renderla tematicamente e strutturalmente l’opposto di Favolacce. America Latina è un racconto unico, un film “dritto” che si cala completamente nella prospettiva del suo protagonista.
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Elio Germano interpreta Massimo, un dentista abbiente di Latina, che vive insieme alla moglie e alle due giovani figlie in un’enorme casa con piscina nel bel mezzo di un pratone, in una zona isolata e ancora agreste. Pochi amici, tanto lavoro, un rapporto complicato con il padre: è un piccolo professionista come tanti, senza tratti distintivi.
Massimo è sposato e innamoratissimo della moglie, che considera “il suo miracolo”, insieme alle due figlie adolescenti. Le tre donne di casa, delicate e affettuose, ricordano le ragazze misteriose di Picnic a Hanging Rock, le donne dei dipinti preraffaelliti. Massimo, in quanto uomo, fatica a comprenderne il loro mondo e i misteri, ma è già estasiato e felice al solo farne parte. Il film lo porterà a fare chiarezza sui suoi sentimenti più confusi, sulle menzogne che racconta a se stesso.
Intervista ad Elio Germano, protagonista di America Latina
Come definiresti il tuo personaggio?
Elio Germano: Il protagonista di America Latina è quasi uno studio sull’essere uomo in relazione a qualcosa di potente e salvifico come l’amore. Non interpreto un macho, un simbolo di maschilità intesa come prevaricazione, senso di possesso e forza bruta. In questa persona, in questo uomo c’è qualcosa di femminile.
Sul manifesto, sopra il titolo, appare sibillina in rosso la scritta “è amore”. Cosa c’entra l’amore in questo thriller psicologico?
Elio Germano: Anche se nelle battute iniziali allo spettatore sembrerà bizzarro, con Damiano e Fabio abbiamo subito pensato che questo film parlasse di amore, un sentimento non necessariamente declinato in chiave prettamente fisica. America Latina riflette su come l’amore – che sia fisico, platonico, amicale, perfino immaginato – con la sua forza cambi la vita, quasi sempre in meglio.
America Latina è un titolo molto oscuro, qual è il suo significato?
Elio Germano: È un’antinomia, un luogo ideale. L’America è un luogo ideale, il come vorremmo essere, rapportato a una realtà geografica nostrana, vicina, che è stata strappata alla palude. Come si fa ad annullare la distanza tra questi due modelli? Nascondendo in cantina ciò che è scomodo. Quando però i segreti riaffiorano, ovviamente tutto va in crisi.