Emma. recensione film di Autumn de Wilde con Anya Taylor-Joy, Johnny Flynn e Mia Goth disponibile in streaming a noleggio su Amazon Prime Video Store
Nel nuovissimo adattamento del romanzo austeniano Emma per il grande schermo (Autumn de Wilde, 2020) – disponibile a noleggio sullo store di Amazon Prime Video – i colori delle tappezzerie sembreranno allo spettatore un po’ troppo vividi, i colletti inamidati un po’ troppo alti e rigidi, i riccioli delle dame avvitati un po’ troppo stretti. Il primo XIX secolo dai colori sgargianti creato dalla regista sembra, quindi, farsi punto d’onore di coincidere non tanto con una ricostruzione storicamente attendibile, quanto con quella realtà autonoma ed esuberante di vita propria che nasce fra le pagine del romanzo della Austen. Che, poi, la ricostruzione basata su toni gialli e marroni a cui una lunga teoria di film “austeniani” ci ha abituato sia più esatta della presente, è tutto da dimostrare.
La regista ha dichiarato di aver cercato non una modernizzazione dei personaggi, ma un’umanizzazione. E tuttavia manie e ammiccamenti quasi caricaturali rendono i personaggi più artefatti che mai, sebbene parte di un sistema che è un meccanismo egregiamente congegnato e che consegna alla visione dello spettatore una “vignetta” in grado di riprodurre lo sguardo garbatamente ironico che Jane Austen elargiva sui vizi e le virtù (ma soprattutto i primi) dei suoi personaggi e che costituisce uno dei maggiori piaceri nella sua lettura.
Emma veste i panni di una antieroina in questa interpretazione magistralmente condotta da Anya Taylor-Joy – che ci ricordiamo e che ci piace grazie ai suoi ruoli in The Witch (Robert Eggers, 2015), Split (M. Night Shyamalan, 2016) e Glass (M. Night Shyamalan, 2019); rispetto a precedenti interpretazioni (possiamo ricordare quella di Gwyneth Paltrow e quella di Romola Garai) la protagonista è molto meno ingenua e naïve e più presuntuosa ed egocentrica. Trasformare la fanciulla in un antihero risulta strategia vincente: lo spettatore, trovando più difficile l’immedesimazione, potrà più facilmente dirigere il proprio interesse, solitamente concentrato sul romance della protagonista, verso gli aspetti più pregevoli di questa pellicola. Essi sono: una costruzione visiva straordinaria per quanto riguarda l’aspetto della composizione cromatica, che sorprende ad ogni sequenza, ed una soundtrack estremamente interessante, complice l’esperienza della regista, che, come fotografa entra in contatto con l’ambito discografico e musicale.
La colonna sonora del film, infatti, è arricchita da una scelta di brani tradizionali dell’area anglosassone (inni, ballate, canzoni), arrangiati anche a cappella. La loro presenza colloca l’intera vicenda in un aura di vita semplice ed autentica scandita da usanze antiche. L’esecuzione di alcuni canti (ad es. il brano Queen bee) è affidata alla voce di Johnny Flynn versatile attore-cantante, che, inoltre, interpreta un Mr. Knightley moderato ed equilibrato (tanto da contrastare col resto dei personaggi, sempre in bilico sull’orlo del grottesco) ma con momenti di espressione appassionata, che tengono viva la tensione emotiva fra i due protagonisti.
In conclusione, consigliamo la visione di questo film che resiste alla tentazione di esasperare gli aspetti sentimentali, spesso suscitata dai romanzi austeniani, e regala allo spettatore la visione di un mondo che, forse, non è mai stato più simile a quello concepito dalla mente della scrittrice e che a distanza di due secoli continua ad affascinare i lettori di tutto il mondo.
Irene
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