Everybody Loves Diamonds recensione serie tv di Gianluca Tavarelli con Kim Rossi Stuart, Anna Foglietta, Carlotta Antonelli, Gianmarco Tognazzi e Leonardo Lidi [Amazon Prime Video]
Se è più facile essere d’accordo che “Everybody Loves Diamonds” è molto difficile avere le idee chiare su chi sia Leonardo Notarbartolo, il ladro siciliano sulle cui spalle Amazon Prime Video e Wildside hanno cucito una serie dal respiro globale.
Un uomo che rivendica la sua professione con compostezza, che ci rende partecipi non soltanto dello storico colpo da 200 milioni di dollari messo a segno ad Anversa nel 2003 ma anche di una visione precisa e volutamente non romantica. La destrezza superlativa si incrocia con diversi topoi diventati tradizione popolare con i vari Diabolik, Arsenio Lupin e Robin Hood ma aggiungendo una generosa dose del Monkey D. Luffy di One Piece.
Siamo dalle parti del pensiero laterale, con un’angolazione macchiettistica sul genere heist che ricorda La truffa dei Logan di Soderbergh – non a caso il regista Gianluca Tavarelli ne parla come un film in sei puntate, da vedere in binge-watching secondo Anna Foglietta – e che punta a rendere interessante non soltanto il come, ma anche il perché.
Può essere uno degli spunti che ha convinto Kim Rossi Stuart a interpretare Notarbartolo mettendo da parte i panni dell’attore assorbito da ruoli introspettivi e dando sfogo alla sua personale verve comica in una serie ad alto budget. A lui il compito, insieme ad Anna Foglietta, Leonardo Lidi, Carlotta Antonelli e Gianmarco Tognazzi, di sviscerare il colpo al World Diamond Center e le successive indagini.
Tutto questo funziona? Sembra presto per dirlo ma i due episodi che imbastiscono il tono e il ritmo di Everybody Loves Diamonds lasciano la sensazione di un prodotto vittima della sua stessa potenza produttiva. Gli oltre duecento paesi che possono vederlo sulla piattaforma sono un tritacarne delle sfumature capaci di rendere credibile una storia vera ma rivoltata come un calzino da Michele Astori e dal gruppo degli sceneggiatori.
Tutto sembra sovradimensionato per scelta, tagliando però fuori il nucleo emotivo di un avvenimento che risente della sua sensazionalità. Sul piatto ci sono quasi 30 milioni di euro, 7 mesi di riprese, diverse location europee, e non è sufficiente giocare con la rottura della quarta parete per diventare davvero brillanti.
I diamanti piacciono probabilmente a tutti, ma il palato si è fatto fino in materia di colpi sensazionali.
Le probabilità di passare per sintetici, con un valore quindi inferiore del 60% rispetto agli originali – come ampiamente spiegato nella stessa serie – sono elevate. Non basta luccicare quando si viene investiti dalla luce, bisogna mostrarsi tali anche nelle proprietà intrinseche. Mancano sei episodi per capire in quale segmento di mercato questa serie andrà a finire.