Exit recensione film di Sang Geun Lee con Jung-suk Jo, Yoon-ah Im, Du-shim Ko, In-hwan Park e Ji-yeong Kim, migliore opera prima al Far East Film Festival 2020
Debutto alla regia per il regista sudcoreano Sang Geun Lee e premiato con il Gelso Bianco per la Migliore Opera Prima alla 22a edizione del Far East Film Festival, Exit racconta la storia di Yong-Nam (Jung-suk Jo) e la sua compagna del college Eui-Joo (Yoon-ah Im) che, incontratosi casualmente ad una festa di compleanno, sono costretti ad affrontare la minaccia rappresentata da un atto terroristico conseguente alla liberazione di un gas tossico tra le strade e i quartieri di Seul che ha fatto sprofondare la città nel panico e nel caos.
Disaster movie che si ricollega direttamente alla tradizione di stampo americano – citiamo ad sempio The Mist (2007) di Frank Darabont – Exit è una pellicola che intrattiene e diverte ma, a tratti, sfocia nella prevedibilità e ripetitività: la colpa va forse imputata ad una scarsa caratterizzazione dei personaggi o ad una sceneggiatura banale e superficiale, sta di fatto che il film si regge esclusivamente sulle continue sequenze d’azione accompagnate da una colonna sonora incalzante e da una fotografia che, ricordando vagamente le atmosfere surreali di Blade Runner (1982) di Ridley Scott, riesce in parte a colmare la piattezza narrativa.
Rivolto ad un pubblico giovanile, Exit può sicuramente diventare un blockbuster apprezzabile tra le nuove generazioni: la bravura di Sang Geun Lee sta nella sua capacità di dare alla storia un ritmo frenetico e coinvolgente che intrattiene con una trama lineare dagli spunti comici che, in più circostanze, pone il cast in situazioni ridicole e assurde inserite in un clima pop fatto di insegne luminose al neon, pericoli mortali e situazioni che rasentano l’impossibile.
Nulla di nuovo e originale quindi, ma il tutto minuziosamente impacchettato all’interno di un prodotto che conosce i suoi limiti e le sue potenzialità: l’esordio alla regia di Sang Geun Lee merita in ogni caso un encomio.