Eyes Wide Shut: 10 curiosità sul capolavoro di Stanley Kubrick. Dal truffatore Alan Conway a Paul Thomas Anderson, dal licenziamento di Harvey Keitel alle scene di sesso estreme di Tom Cruise e Nicole Kidman
Eyes Wide Shut, tratto dalla Traumnovelle di Arthur Schnitzler, fu l’ultimo film di Stanley Kubrick, venuto improvvisamente a mancare qualche mese prima della sua uscita nelle sale. Protagonisti sono Tom Cruise e Nicole Kidman, la coppia più amata di Hollywood prima del loro divorzio nel 2001, nei panni di una coppia della borghesia newyorkese che attraversava una profonda crisi matrimoniale. Film pieno di misteri, con una minacciosa élite segreta a guidarne le dinamiche, Eyes Wide Shut, a vent’anni dalla sua premiere europea a Venezia non manca di suscitare ancora discussioni, rumors, rivelazioni.
Ecco delle 10 delle curiosità meno note sulla pellicola.
- Nei primi Anni Novanta la sedentaria vita di Kubrick fu scossa dalla notizia di un truffatore che si spacciava per Kubrick. L’uomo, il cui vero uomo era Alan Conway, riuscì così a ottenere appuntamenti con giornalisti e attori e numerose cene gratis in ristoranti di lusso; tuttavia il momento più imbarazzante fu quando firmò in un locale gay un assegno a nome di Kubrick. Alla vicenda è stato dedicato il film Colour Me Kubrick, dove Conway è interpretato da John Malkovich.
- Le musiche originali del film sono state composte da Jocelyn Pook, ma Kubrick aveva inizialmente affidato il compito alla figlia Vivian, già compositrice sotto pseudonimo per Full Metal Jacket; tuttavia Vivian si trasferì in California lasciando il lavoro incompleto, costringendo il padre a scriverle – invano – una lettera di ben quaranta pagine per farla tornare; dopo la morte di Kubrick la famiglia avrebbe scoperto che Vivian si era unita a Scientology, lo stesso culto cui notoriamente apparteneva Tom Cruise.
- La donna mascherata che salva Bill durante la sequenza dell’orgia probabilmente non è Amanda, la prostituta che Bill aveva soccorso il giorno prima al party in casa Ziegler e che avrebbe poi rivisto morta nell’obitorio; le due donne sono state infatti interpretate da due attrici diverse, rispettivamente Abigail Good e Julienne Davis, che ebbero anche da battibeccare un po’ al momento dell’uscita del film; il primo ad accorgersene fu un giornalista che segnalò che i peli pubici delle due donne erano diversi.
- Nicole Kidman nel 2012 ha ammesso di aver girato con Tom Cruise scene “molto più estreme”, poi scartate nel montaggio finale.
- Kubrick era entusiasta delle sue star, del loro impegno e della passione che nutrivano per il film. Il suo amico e collaboratore Michael Herr avrebbe ricordato: “Non l’avevo mai sentito così entusiasta del lavoro delle sue star. L’unica altra volta che aveva parlato in termini così positivi di un attore era stato con James Mason, ed era successo il giorno dopo che Mason era morto”. James Mason era stato assieme a Peter Sellers il protagonista di Lolita.
- Di recente è emerso anche come a Paul Thomas Anderson, allora ancora “regista emergente” sia stata concessa una visita al set, per permettergli di osservare dal vivo la recitazione di Tom Cruise che avrebbe di lì a poco diretto per il suo Magnolia. Una volta sul set, Anderson rimase sorpreso dal constatare che il grande maestro girasse con una troupe piccolissima, e gli chiese spiegazione; Anderson ha ricordato che Kubrick lo fece sentire “un idiota di Hollywood” quando gli ribatté “Perché, tu di quante persone hai bisogno?”
- Una delle voci più strane che circolarono durante la produzione del film riguardava il licenziamento del noto attore Harvey Keitel, chiamato per il ruolo di Victor Ziegler ma poi sostituito nel montaggio finale da Sydney Pollack. Secondo l’assurdo rumor, Keitel era stato licenziato dopo aver eiaculato su un vestito di Nicole Kidman. Non che la verità sia molto più dolce, e il suo allontanamento dal set del film fu causato da forti liti con il regista. “Kubrick non posso definirlo con un aggettivo. Una volta ho letto che una persona potrebbe essere l’architetto più ispirato e di talento del mondo, ma se il suo talento serve per costruire il muro di un campo di concentramento…”, avrebbe chiosato Keitel.
- Dopo la morte di Kubrick si discusse molto circa l’effettivo stato di completamento dell’opera e circa la scelta, da parte della produzione e del cognato di Kubrick, di approvare la censura digitale per la distribuzione americana della pellicola. A peggiorare le cose ci fu la pubblicazione di Eyes Wide Open, resoconto della scrittura del film ad opera del co-sceneggiatore Frederic Raphael, un memoir non privo di interessi ma non molto lusinghiero verso Kubrick. L’unica persona coinvolta nel film che non rilasciò interviste fu però proprio il montatore Nigel Galt, che durante la post-produzione del film aveva affiancato Kubrick fino alla sua improvvisa morte.
- Come raccontato nel documentario S is for Stanley, Emilio D’Alessandro, l’autista di fiducia di Kubrick originario della Campania, fu espressamente richiamato in Inghilterra dal regista per le riprese di Eyes Wide Shut. Emilio ha un piccolo cameo come edicolante, e il suo nome appare nell’insegna di uno dei ristoranti della New York notturna dove si muove Bill. Il legame fra i due era talmente stretto che, secondo Emilio, un giorno in cui lui si dovette assentare Kubrick non girò nulla.
- Il titolo del film fortunatamente è rimasto immutato, ma una traduzione italiana abbastanza precisa sarebbe stata “Occhi Spalanchiusi”, proposto dallo studioso di filosofia Luigi Cimmino. Il geniale ossimoro Eyes Wide Shut era stata un’idea originale di Kubrick, che si discostava sia da Traumnovelle (“Novella del sogno”), il titolo dell’opera di Schnitzler da cui il film è tratto, sia da The Female Subject, proposto da Raphael.
Ludovico