Fingernails – Una diagnosi d’amore recensione film di Christos Nikou con Jessie Buckley, Riz Ahmed, Jeremy Allen White e Luke Wilson Apple TV+ [RoFF18]
Immaginate un mondo in cui il sentimento più complesso, variegato, indefinibile e potente che sia mai scaturito dall’animo umano possa divenire improvvisamente qualcosa di misurabile.
Un mondo in cui il motore che ha mosso la gran parte delle azioni dell’essere umano fin dalla sua comparsa sulla terra, venga improvvisamente svelato a tutti, dando la possibilità di sbirciare dentro di sé, eliminando la matassa di dubbi che caratterizza le nostre vite sentimentali.
Questa opportunità, grazie alla forza dell’immaginazione e alla magia del cinema, è stata messa in scena in Fingernails, il nuovo film di Christos Nikou; disponibile su Apple TV dal 3 novembre e presentato alla 18° edizione della Festa del Cinema di Roma.
In questa storia, ambienta in un periodo storico non definito, esiste un macchinario in grado di definire la qualità di una relazione analizzando le unghie – da cui il titolo – dei due individui sottopostosi al test
Al termine dell’analisi verrà emesso un risultato che potrà variare tra tre diversi esiti: il primo indicherà una percentuale del 100% a conferma che i due presunti innamorati siano effettivamente baciati dall’amore corrisposto. Il secondo mostrerà un secco 0% che, come intuibile, dimostrerà una totale incompatibilità sotto il punto di vista sentimentale e il terzo, ovvero il più affascinante, farà comparire sul display la scritta 50%, il che confermerà la presenza di amore, ma soltanto in una delle due parti.
Questi i presupposti narrativi di una pellicola davvero sorprendente, in cui le sconfinate possibilità fornite dal soggetto vengono portate in scena attraverso una sceneggiatura asciutta e ficcante.
Il film si rivela attuale e universale allo stesso tempo, trattando tematiche da sempre attanaglianti e caratterizzato dalla disperata ricerca di una razionalità immutabile.
Fingernails non tenta goffamente di rispondere alla domanda “esiste il vero amore?” ma si dipana in una complessa e precaria rappresentazione di situazioni che, più che fornire risposte, ampliano ulteriormente il tema.
Paradossalmente, in un mondo in cui la possibilità di avere risposte univoche dovrebbe dissipare la coltre di nubi dell’animo umano, alcuni individui non ne digeriscono la sistematicità degli esiti, confutandone (in)volontariamente l’efficacia.
Fingernails non ha intenzione di rassicurarci, né tantomeno si arroga il diritto di spiegarci le dinamiche dell’amore; tenta e riesce ad ampliare quell’intangibile e affascinante mistero che avvolge questo strano sentimento, del quale tentiamo da sempre di definire i confini e conoscere le dinamiche.
Ciò che un computer ci dice non è ciò che sentiamo, ciò che sentiamo oggi non è ciò che sentiremo domani. L’insicurezza e lo sgomento che tale sensazione ci provoca è proprio quel fecondo e pericoloso terreno su cui questo grande film vuole giocare la propria partita poetica.