“E’ la storia di un’innocenza violata e riconquistata, considerando che sono due ragazzi così giovani e hanno il diritto di ritrovarla, lottando per il loro futuro.” (Laura Luchetti, Regia e Sceneggiatura)
Prima volta per due ragazzi come attori principali, prima volta di una regista con due attori alle prime armi.
Per chi non apprezza il cinema ‘lento’, il consiglio è di guardare Fiore Gemello fino alla fine. Il messaggio del film è reso in tutti i suoi novantacinque minuti, poche battute ma tanta umanità e bisogno di riscatto soprattutto per questi tempi difficili: un viaggio interessante tra la realtà in cui viviamo e la verità di chi affronta queste le traversate in mare, durante le quali c’è chi viene salvato, ma molti finiscono per scomparire.
“Non vorrei risultare troppo femmina nel fare questa affermazione però è stato un processo sentimentale ed emotivo molto forte. La scrittura ha avuto mille bozze, tanti cambi. Nel momento in cui tutti i nostri attori sono entrati in scena abbiamo capito quali cambiamenti fare e cosa era più giusto mostrare.” (Laura Luchetti)
Basim (Kalill Kone), immigrato africano, è il giovane che trovi nei parcheggi dei supermercati, quello che vuole aiutarti con la spesa ma che allontani: una scena che viviamo tutti i giorni, senza vedere però quanto costa quel “No” dall’altra parte. Basim, durante la ricerca di qualche moneta, riesce a trovare il momento per il gioco, anche se ha bisogno di cibo, di un posto caldo dove dormire e un lavoro che non può ottenere perché non ha permesso di soggiorno. E’ sbarcato illegalmente ‘grazie’ al padre di Anna (Anastasyia Bogach), una sedicenne il cui padre, Pietro (Mauro Addis), è trafficante di profughi. Anna vede costantemente questi ragazzi maltrattati da Pietro e dal suo capo, Manfredi (Aniello Arena).
“Quest’uomo è come Frankenstein, non ha mai chiesto di essere messo insieme in quella maniera ma così è. C’è un dolore ed un orrore allo stesso tempo e, questo uomo che insegue i ragazzi, siamo anche un po’ noi con il mal pensare, il razzismo, la violenza che spinge ragazzi come Anna e Basim verso un angolo” (Laura Luchetti)
Basim fugge e anche Anna scappa da quel mondo quando il padre viene ucciso. I due si incontrano quando Basim interviene mentre Anna viene importunata da altri ragazzi: lei non parla, ma lo ringrazia condividendo un cracker ed affiancandolo per la sua strada.
Il tempo che passano insieme è scandito dal silenzio, una potente musica proveniente da un violino ed un legame che si stringe sempre di più; la natura che li circonda e ci fa sentire lì con loro è l’altro personaggio principale, per quanto invisibile, o minuscolo come una formica.
“Il filo conduttore è sempre stato questo potenziale poetico che Laura si è portata dietro per tutto il film. Questo è quello che io ho percepito alla fine di questo percorso. Penso di poter dire da parte mia che si tratti di un film sì delicato ma anche molto forte dove l’aspetto poetico è sicuramente predominante.” (Giuseppe Gallo, produttore)
Arrivati in un paesino, cercano un modo per mantenersi: purtroppo un ‘saggio’ fioraio (Giorgio Colangeli) accetta solo l’aiuto di Anna, ma, grazie al rapporto che instaura con la ragazza, l’uomo capisce di poter cambiare e fare ‘la cosa giusta’.
“E’ un personaggio che ha molto da nascondere, lo dice lui stesso, ed è uno che vive in maniera nascosta ma la sua è una piccola grande storia di redenzione. A certe cose si arriva ascoltando quello che c’è intorno piuttosto del voler per forza dire la sua, ecco questo è il maschile: io voglio dire la mia, ho la mia idea e la voglio dire; il femminile: sì, ce l’ho l’idea, per carità però intanto vedo, ascolto, mi apro a quello che ho intorno.” (Giorgio Colangeli)
“Nessuno è veramente buono e nessuno è veramente cattivo in Fiore Gemello.” (Laura Luchetti)
Basim, come non fosse mai partito, è costretto a fare quello che non vuole, tra una vita diventata troppo adulta ed il gioco per non allontanare troppo l’infanzia. C’è solo una persona oltre ad Anna che lo avvicina ed è la transessuale Stella (Fausto Verginelli).
“Il fiore di cactus, il fiore di Loto, qualcosa che nasce e sotto c’è il fango, questa bellezza nella bruttezza in un mondo di persone che non sono mai troppo buone o troppo cattive che tende la mano a Basim.” (Laura Luchetti)
Anna scopre un’altra verità su Basim, e al suo ritorno nel loro rifugio si prende cura di lui, purificandosi attraverso un battesimo di vero sentimento e amore, cose che mancano ad entrambi in quel mondo e che hanno ritrovato non in un posto, non in una casa abbandonata ma tra loro stessi, in un incontro che ha cambiato loro la vita.
“Un fiore a doppio gambo non si può dividere, è una rarità. Le due parti devono stare insieme”
Sara