Fiori sopra l’Inferno recensione serie TV di Carlo Carlei con Elena Sofia Ricci, Giuseppe Spata, Gianluca Gobbi, Ruben Santiago Vecchi, Lorenzo McGovern Zaini, Vittorio Garofalo e Tosca Forestieri
Tratta dal romanzo di Ilaria Tuti, Fiori sopra l’Inferno è la nuova fiction Rai in onda in prima serata su Rai 1. Le indagini di Teresa Battaglia, che hanno conquistato i cuori di migliaia di lettori, sono ora trasposte in una miniserie diretta da Carlo Carlei e con Elena Sofia Ricci nel ruolo della protagonista.
Travenì, piccolo centro nelle Dolomiti friulane, è una incantevole cittadina, ricoperta di neve e immersa nei boschi. In questo posto idilliaco viene, però, scoperto un efferato delitto: un costruttore della zona è stato ritrovato cadavere, orribilmente sfigurato e privato degli occhi. Ad indagare sull’omicidio viene chiamata Teresa Battaglia (Elena Sofia Ricci), arcigno commissario di Udine, dotata di un notevole acume al quale si accompagna un carattere burbero.
Con lei, la fedele ombra durante i suoi vent’anni di carriera, l’ispettore Giuseppe Parisi (Gianluca Gobbi) e la nuova recluta, l’ingenuo commissario Massimo Marini (Giuseppe Spata) giunto dalla Sicilia e perseguitato da fantasmi del suo passato. Insieme dovranno cercare di dare un volto ed un nome al killer misterioso grazie all’aiuto di quattro improbabili aiutanti, quattro bambini del luogo abbandonati a sé stessi dalle loro famiglie o maltrattati da genitori violenti.
“La gang degli sfigati”, così chiamati anche a scuola, è formata da Mathias (Lorenzo McGovern Zaini), Diego (Vittorio Garofalo), Oliver (Ruben Santiago Vecchi) e Lucia (Tosca Forestieri) e sarà fondamentale per il commissario Battaglia nella risoluzione del caso, soprattutto, perché il killer sembra deciso a voler proteggere questi bambini.
Elena Sofia Ricci è una convincente Teresa Battaglia
Smesso l’abito monacale di Suor Angela – la protagonista di Che Dio ci aiuti – Elena Sofia Ricci torna ad interpretare un ruolo drammatico, portando sul piccolo schermo una Teresa Battaglia estremamente efficace. Grazie alla regia ed alla sceneggiatura di Carlei, il pubblico impara a conoscere una donna dalle molteplici sfumature, dotata al tempo stesso di forza e fragilità. Le prime scene ce la mostrano alle prese con la sua insulina quotidiana a causa del diabete, un gesto di estrema normalità, ma che permette allo spettatore di entrare nella sua intimità, segnando un passo in avanti nella rappresentazione di personaggi affetti da malattie poco visibili, che fino ad oggi hanno trovato poco spazio nella sfera della serialità italiana.
Teresa Battaglia è una donna dal carattere spigoloso e dall’ironia graffiante – aspetto di cui si renderà conto presto l’impreparato Marini, altra prova attoriale ben calibrata di Spata – ma che, di fronte all’innocenza dei quattro co-protagonisti, è in grado di mostrare grande empatia e dolcezza.
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Intorno al mistero del killer e delle motivazioni che lo spingono ad uccidere si affianca anche la storyline dei quattro ragazzini di Travenì: come dei moderni Goonies, i piccoli sono figure con personalità ben delineate che apportano alla serie una ventata di freschezza e una rappresentazione dell’amicizia a tratti commovente. Non importa quanto il mondo degli adulti li deluda e li ferisca, gli occhi dei quattro amici restano limpidi e puri, perché sanno di poter contare gli uni sugli altri.
La componente poliziesca è ben misurata e dimostra di poter tenere incollato lo spettatore per le tre serate in cui la miniserie andrà in onda. Unica nota davvero dolente sono alcune trovate stilistiche che spezzano l’illusione di trovarsi davvero immersi nei boschi di Travenì, alla ricerca di uno spietato killer delle nevi.
Ma, ad eccezione di questo aspetto, Fiori sopra l’Inferno potrebbe avere un certo successo – forte anche del nome della sua protagonista – così da aspirare a nuovi capitoli portando sullo schermo anche gli altri romanzi di Ilaria Tuti. Non ci resta che attendere e sperare.