FolleMente recensione film di Paolo Genovese con Edoardo Leo, Pilar Fogliati, Emanuela Fanelli, Maria Chiara Giannetta, Claudia Pandolfi, Marco Giallini, Rocco Papaleo e Claudio Santamaria
di Lavinia Colanzi
Nel 1999 Paolo Genovese e Luca Miniero realizzavano uno spot per la Rai il cui claim recitava: Dove c’è un abbonato Rai, ce ne sono tanti. In quello spot i personaggi interagivano all’interno di un bar, dando voce alle molteplici sfaccettature della mente umana.
Come dichiarato durante la conferenza stampa, proprio da questa intuizione nasce FolleMente, la nuova commedia di Genovese, che esplora con brillante ironia il legame tra la psiche e le relazioni umane.
Un primo appuntamento tra desideri e insicurezze
In FolleMente, un semplice primo appuntamento si trasforma in un vero e proprio campo di battaglia tra emozioni contrastanti. Piero (Edoardo Leo) e Lara (Pilar Fogliati) si incontrano e si piacciono, ma la loro serata è tutt’altro che lineare: ogni scelta, ogni parola, ogni esitazione viene scandita dalle molteplici voci interiori che affollano le loro menti. Attraverso un vivace e ironico gioco narrativo, il film mette in scena il conflitto tra desideri, paure e razionalità, mostrando come il più grande ostacolo all’amore non sia l’altro, ma le insicurezze che ci portiamo dietro.
Da un lato, Piero è accompagnato dal Professore (Marco Giallini), simbolo della razionalità; Eros (Claudio Santamaria), incarnazione della passione; Romeo (Maurizio Lastrico), il romantico idealista e Valium (Rocco Papaleo), l’indolente e insicuro.
Dall’altro, Lara ha dentro di sé Alfa (Claudia Pandolfi), la parte dominate e sicura; Trilli (Emanuela Fanelli), l’eterna sognatrice; Giulietta (Vittoria Puccini), la romantica impulsiva e Scheggia (Maria Chiara Giannetta), l’anima ribelle e imprevedibile.
Questi personaggi interiori, con le loro interazioni e conflitti, danno vita a un racconto in cui la mente diventa la vera protagonista, trasformando un semplice appuntamento in un viaggio dentro la psiche umana.
Tra Inside Out e la commedia romantica
Il concept del film richiama immediatamente Inside Out, il capolavoro animato della Pixar. Tuttavia, se Inside Out raccontava il percorso di crescita interiore di una bambina attraverso i suoi sentimenti, in FolleMente il mondo reale è il palcoscenico della storia, mentre le voci interiori fanno solo da coro. Il film non esplora il viaggio di maturazione dei sentimenti, ma si interroga su quanto il nostro mondo interiore possa influenzare le nostre azioni e relazioni.
Attraverso questa chiave di lettura, Genovese offre una riflessione che va oltre il rapporto tra i sessi, concentrandosi sulla più complessa e difficile relazione che abbiamo: quella con noi stessi. Piero e Lara cercano di capirsi a vicenda, ma in realtà il vero conflitto che devono affrontare è con le proprie paure e insicurezze.
La sceneggiatura riflette questa stessa complessità: i conflitti e le incertezze che animano la storia sono gli stessi che hanno accompagnato il processo creativo del film. La scrittura condivisa ha permesso di sviluppare una pluralità di voci che arricchiscono il racconto, donando autenticità ai pensieri interiori dei protagonisti.
Uno dei punti di forza del film è senza dubbio il suo cast, con attori capaci di incarnare alla perfezione le diverse sfaccettature della psiche umana. La scelta di accoppiare ogni personaggio interiore con il suo corrispettivo maschile o femminile sottolinea ancora di più un concetto chiave della pellicola: ciò che spesso percepiamo come diversità tra noi e l’altro è in realtà una proiezione delle nostre insicurezze. Siamo molto più simili di quanto crediamo, ed è solo riconoscendo la nostra complessità che possiamo veramente entrare in sintonia con gli altri.
Paolo Genovese riesce a bilanciare sapientemente il mondo reale con quello interiore, creando un intreccio narrativo dinamico e coinvolgente. Il montaggio, accurato e fluido, è essenziale per mantenere un ritmo vivace senza mai confondere lo spettatore. L’alternanza tra realtà e scene ambientate nella mente dei protagonisti è gestita con grande maestria, evitando sbavature o momenti ridondanti.
Il messaggio di FolleMente è chiaro: la complessità interiore che caratterizza ognuno di noi non è un ostacolo da eliminare, ma una ricchezza da accettare. Il film mette in evidenza come molte delle difficoltà che riscontriamo nei rapporti umani derivino da convenzioni sociali e aspettative culturali che ci impediscono di essere autentici.
Alla fine, la domanda che il film ci pone è semplice ma profonda: la nostra complessità psicologica è un peso o la nostra più grande bellezza? Forse il vero viaggio non è cercare di vincere le nostre battaglie interiori, ma imparare a conviverci, riconoscendole come parte integrante della nostra umanità.
Con un cast eccellente, una sceneggiatura brillante e una regia sapiente, FolleMente si afferma come una commedia intelligente e originale, capace di far ridere e riflettere allo stesso tempo. Un film che ci ricorda che, in fondo, imparare ad amare noi stessi è il primo passo per amare gli altri.