I mondi di Fumettibrutti diventano una serie TV: incontro con Josephine Yole Signorelli, la regista Laura Luchetti e i produttori Riccardo Chiattelli e Riccardo Russo
I mondi creati da Fumettibrutti approdano sul piccolo schermo. Marina Pierri, direttrice artistica del FeST, modera il panel dedicato alla serie TV incontrando i suoi principali autori e aprendo uno scorcio su un progetto futuro che non vediamo l’ora di vedere.
Nata a Catania nel 1991, Josephine Yole Signorelli, in arte Fumettibrutti, è una delle voci più forti e distinte del panorama fumettistico italiano. Con testi e disegni diretti, duri e spiazzanti ha raccontato la realtà e i sogni della sua generazione. Le sue opere Romanzo esplicito, P. La mia adolescenza trans e Anestesia si trasformeranno in una serie tv diretta da Laura Luchetti e prodotta da Riccardo Chiattelli, direttore Effe TV – Feltrinelli Originals, e Riccardo Russo, amministratore delegato di BiM Distribuzione.
Fumettibrutti diventa una serie TV: incontro con Josephine Yole Signorelli, Laura Luchetti, Riccardo Chiattelli e Riccardo Russo
Josephine Yole Signorelli: come stai vivendo questo momento?
Fumettibrutti: Stiamo lavorando da tanto tempo a questa serie ed essere arrivati qui è già una cosa gigantesca. Non dico che non me lo aspettavo perché lo volevo tanto quando ero piccola, quando P. ascoltava le Pussycat Dolls, mi sono sempre ispirata alla canzone When I Grow Up: cantavano “quando sarò grande sarò in tv” e io pensavo che l’avrei fatto.
Laura Luchetti: come hai conosciuto l’arte di Yole?
Laura Luchetti: L’ho conosciuta grazie a un regalo, leggendo Romanzo esplicito rimasi colpita dalla malinconia di questi pochi disegni e parole. Quando mi è stato proposto di realizzare questa serie mi è sembrato come se potessi ripagare quel regalo. Credo che le cose che ci appartengano ci trovino a un certo punto. Questo romanzo è così specifico nel raccontare una singola storia, ma allo stesso tempo è talmente grande da raccontare la storia di tutti.
Laura Luchetti: come ti sei approcciata a questo lavoro?
Laura Luchetti: Anarchia e rispetto, il mio fine ultimo è riuscire a trarre delle emozioni dal racconto che già esiste, cercare in queste ellissi temporali i sentimenti è una grande sfida, riportare sullo schermo le emozioni che lei ha raccontato sulla pagina.
Riccardo Chiattelli: i romanzi di Yole sono molto potenti, sono molto importanti e sono diventati un simbolo anche delle scelte editoriali di Feltrinelli. Che tipo di valori state portando con questa serie tv che verrà?
Riccardo Chiattelli: Ciò che è maturato ed esploso libro dopo libro è una voce potente, il suo personaggio, il modo in cui lo racconta, è stato il risultato di un lavoro frutto di una grande forza. La mia divisione televisiva risiede qui, nostro è il compito di valorizzare e far crescere queste storie. Fumettibrutti è il progetto perfetto. Nella disponibilità di lavorare con anche altre visioni ed altri autori abbiamo fatto un grande percorso che fa parte di una missione, che è quella di tutta Feltrinelli: raccontare il mondo di oggi, una missione comune che portiamo avanti da molti anni, oggi ha solo aggiunto nuovi territori. Abbiamo delle grandi aspettative perché lei è potente, è una voce capace di parlare a più generazioni e siamo tutti più responsabilizzati nel creare un megafono che trasmetta una visione del mondo sempre più grande.
Riccardo Russo: la trilogia di Jole cambia libro dopo libro, diventando visionaria con Anestesia. La scelta di portare questi fumetti in tv ha permesso di creare una serie diversa, unica nel nostro panorama. Come è nato il sodalizio tra BiM e Feltrinelli?
Riccardo Russo: Nasce da diversi fattori, alcuni che vanno indietro nel tempo e altri che sono più recenti. Io e Riccardo Chiattelli abbiamo fatto lo stesso percorso, abbiamo lavorato insieme a Cult, un programma sperimentale di Sky che, quando nessuno sapeva che cosa era HBO, trasmetteva e promuoveva le loro serie tv. Poi ci siamo separati e abbiamo lavorato in realtà diverse. BiM con Feltrinelli ha in comune il desiderio di raccontare storie importanti e contemporanee, ma non di nicchia, vogliamo raggiungere il pubblico. Fumettibrutti è la conseguenza naturale del nostro prodotto di debutto Nudes, serie sul revenge porn che è stata difficile portare in Rai senza giudizi paternalistici, ma con la volontà di creare una lente d’ingrandimento sul mondo giovanile. Fumettibrutti non è una serie rivolta unicamente ai giovani, ma vuole essere una serie che racconti i giovani agli adulti avvicinandoli a tematiche forti che spesso fanno fatica a comprendere.
Laura Luchetti: cosa ci possiamo aspettare da questa serie?
Laura Luchetti: Aspettatevi una serie piena di cuori e al meglio delle nostre possibilità. È un prodotto in cui crediamo molto e che faremo con rispetto e onestà, parlando di certi argomenti con una voce molto più alta di quella che gli è stata riservata fino ad ora.
Josephine Yole Signorelli: essendo tu l’autrice di questa storia, quanto sei coinvolta in questo progetto?
Fumettibrutti: A volte mi sembra che ci siano delle cose che sono successe nella mia vita grazie a questo progetto, mi rendo conto che mi stanno piacendo tanto e quello è il mio metro di giudizio: il momento in cui capisco che sto facendo la cosa giusta è quando mi sento bene. È stato un lavoro lungo, ma quando senti brillare quella scintilla dentro di te devi approfondire quei rapporti. Oggi mi sento fortunatissima, c’è stata tanta gente che mi ha chiesto se fossi sicura di cedere la mia opera, ma io ho scritto Anestesia per gli altri, non per me, perché alle ragazze a cui succede ciò che mi è successo, ho l’esigenza di raccontare queste storie per chiunque, io voglio arrivare a tutti, io voglio che questo discorso diventi quotidiano e che parli a tutti, non volevo nessun discorso morale, ma una lente che arrivasse e raccontasse una storia mentre mi chiedevo se c’era qualcun altro che si sentisse come me. La crescita personale che ho avuto nel corso di questa esperienza è inestimabile.
Laura Luchetti: come state costruendo questa serie?
Laura Luchetti: Yole è stata molto morbida, mi ha affidato questo bambino come una mamma fa quando lo porta al primo giorno d’asilo, sapendo che poi tornerà a casa diverso. Con Luca Giordano abbiamo scritto la sceneggiatura dopo varie sezioni in cui chiedevamo a Yole di raccontarci le sue storie personali. Magari poi cambiamo alcuni dettagli per rispettare molte regole della serialità imposte dal racconto televisivo, ma mantenendo sempre il cuore di Yole. Speriamo con umiltà di cambiare l’abito, ma mantenere l’anima.
Riccardo Russo: qual è la vostra percezione del mondo seriale italiano?
Riccardo Russo: L’Italia è un paese in cui il 70% della quota è in mano alla Rai; quindi, resta solo il 30% esterno alla TV generalista. Oggi lo spettatore è un po’ più liquido, fluttua tra diverse piattaforme. La Rai ha quindi la necessità di attirare l’attenzione di un pubblico diverso, così viceversa per i broadcaster. Noi cerchiamo progetti che possano sovrapporsi tra più mondi, è chiaro che l’Italia rispetto ad altri paesi e mercati è leggermente più indietro per questioni strutturali date dalla grande presenza del servizio pubblico, ma il cambiamento c’è. Alcune cose fanno paura, altre sembrano aprire a nuove speranze e racconti, è un momento di transizione, non bisogna avere fretta. Dobbiamo accompagnare questo passaggio. Ci vuole un certo tempismo, io credo che questo progetto abbia un suo tempismo, ed è importante agire nel momento giusto perché dobbiamo rivolgerci allo spettatore “liquido” di oggi. Ci sono tutte le potenzialità per farlo perché la storia di Yole e la sua espressione creativa sono sconvolgenti. C’è una forza vitale nel suo racconto e nel suo immaginario che è incredibile.
Le storie di Yole sono state un fulmine in Italia, sono arrivate e hanno spaccato la terra.