Gioco Pericoloso

Gioco Pericoloso recensione film di Lucio Pellegrini con Elodie

Gioco Pericoloso recensione film di Lucio Pellegrini con Adriano GianniniElodie e Eduardo Scarpetta [Anteprima]

Gioco Pericoloso di Lucio Pellegrini (Credits: Lucia Iuorio)
Gioco Pericoloso di Lucio Pellegrini (Credits: Lucia Iuorio)

In un lavoro pubblicato alla fine degli anni Novanta, le ricercatrici finlandesi Ritva Mitchell e Sari Karttunen hanno evidenziato l’esistenza di diverse definizioni di “artista”.

In alcuni casi, veniva incluso nella categoria chi si autodefiniva come tale, in altri chi produceva in modo duraturo e continuativo opere d’arte, oppure chi era riconosciuto come tale dalla società nel suo complesso, o ancora chi veniva riconosciuto dalle associazioni degli artisti.

Lucio Pellegrini sembra trarre piacere dal giocare con la definizione stessa di “artista”, come suggerisce il titolo, e proprio in questo nucleo tematico Gioco Pericoloso avanza con maggiore coraggio e sicurezza.

L’assenza di un’identificazione chiara costringe i protagonisti a vivere in uno stato di continua confusione, impedendo loro di esplorare a fondo la propria personalità e spingendo progressivamente se stessi – e, soprattutto, chi li circonda – verso una crisi che, pur essendo inizialmente individuale, finisce per diventare collettiva.

È proprio la difficoltà nell’inquadrarsi come artista, ma soprattutto come persona, a spingere i personaggi verso un abisso profondo, un limbo che oscilla tra razionalità e pazzia.

Giada (Elodie) è una ballerina professionista impegnata nella produzione del suo primo spettacolo da protagonista, e Carlo (Adriano Giannini), suo marito, uno scrittore in crisi creativa alla ricerca d’ispirazione. L’arrivo di Peter Drago (Eduardo Scarpetta), un giovane artista emergente nel mondo dell’arte contemporanea, scuote la loro invidiabile relazione e, poco alla volta, distrugge la vita della coppia.

La pellicola sembra offrire interessanti riflessioni, ma il contesto in cui sono presentate non risulta essere propriamente adeguato. Gioco Pericoloso è un thriller che comunica soprattutto attraverso la sua componente drammatica, risultando più affascinante rispetto a tutte quelle volte che si rifà al genere che dice di appartenere.

La necessità di adattare le tematiche al thriller sembra derivare da ragioni poco chiare, e appare evidente che, se avesse seguito un’altra direzione, il prodotto avrebbe potuto sviluppare in modo più completo e fluido altre tematiche altrettanto interessanti.

Il primo riferimento che viene in mente durante la visione è The Gift (2015), che racconta la storia di una giovane coppia dalla vita perfetta, la cui serenità inizia a sgretolarsi con l’arrivo di una terza persona, anch’essa legata nel passato a uno dei due componenti, che inizia gradualmente a distruggere il loro equilibrio. Le premesse sembrano simili, con l’unica differenza che The Gift (2015) offre una maggiore coerenza narrativa e una sospensione della realtà ridotta ai minimi termini.

Gioco Pericoloso di Lucio Pellegrini (Credits: Lucia Iuorio)
Gioco Pericoloso di Lucio Pellegrini (Credits: Lucia Iuorio)

Nella sua ultima opera, in uscita nelle sale italiane il 13 marzo, Lucio Pellegrini sembra deliberatamente allontanare la tensione dal ruolo di protagonista, immergendo i personaggi in un mondo tutto loro, quasi irreale e robotico, dove le azioni, talvolta prive di logica, finiscono per acquisire magicamente forma e significato.

La delusione risiede nel fatto che ci troviamo di fronte a una pellicola che appare priva di una vera e propria identità, che risulta interessante solo attraverso richiami e allusioni. Il trio Giannini-Elodie-Scarpetta sembra funzionare, ma mai in modo profondo, limitandosi sempre alla superficie di un film che sembra non credere nemmeno a sé stesso.

Mentre Elodie e Adriano Giannini offrono interpretazioni sterili e del tutto non memorabili, è Eduardo Scarpetta a infondere al lungometraggio una certa grazia. Il personaggio di Peter sembra essere stato creato con cura, confezionato e costruito appositamente per spaventare e turbare. La sua presenza scenica è talmente potente da sorreggere l’intero progetto, salvandolo nei momenti in cui la situazione sembra sfuggire di mano. I suoi primi piani, gli abiti e, soprattutto, il tatuaggio – studiato attentamente per generare un effetto straniante – sono tutti elementi che rimarranno impressi nella mente del pubblico a lungo.

Ciò che ci si aspettava, senza pretese eccessive, era una storia che potesse essere considerata un thriller psicologico. Talvolta sembra avvicinarsi a questa definizione, nonostante una scrittura piuttosto elementare, mentre in altre occasioni si allontana così tanto da sembrare quasi dimenticare la sua stessa natura.

I colpi di scena, il progressivo sviluppo della trama e la scrittura delle battute sono elementi che, a seconda dei gusti dello spettatore, possono risultare sia discordanti che apprezzabili. Sebbene la realizzazione non raggiunga ancora livelli di eccellenza, prodotti come questo potrebbero rappresentare un inizio per un genere che, nel nostro panorama, ha raramente avuto spazio per rischiare e mostrarsi. Una pellicola che si può seguire senza particolari difficoltà, ma che suscita molte perplessità non appena si tenta una semplice analisi della sequenza, della recitazione e della tensione.

Gioco Pericoloso di Lucio Pellegrini (Credits: Lucia Iuorio)
Gioco Pericoloso di Lucio Pellegrini (Credits: Lucia Iuorio)

Sintesi

Sebbene Gioco Pericoloso presenti interessanti spunti, la sua struttura thriller risulta forzata, e la tensione, purtroppo, non emerge come protagonista. Mentre le interpretazioni di Elodie e Adriano Giannini non appaiono di grande impatto, Eduardo Scarpetta rappresenta la vera forza del film, grazie alla sua potente presenza scenica e a dettagli che rimarranno impressi nella memoria del pubblico. Nonostante le ambizioni, il lungometraggio non riesce a essere un thriller psicologico convincente, ma offre comunque uno spunto per il genere, che nel panorama italiano ha raramente avuto l'opportunità di emergere.

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