Gli ultimi fuorilegge recensione film di Ivan Kavanagh con Emile Hirsch, John Cusack, Déborah François, Blake Berris, Danny Webb, Antonia Campbell-Hughes
Gli ultimi fuorilegge è un curioso dark western di produzione europea dall’approccio classico. Criminali senza scrupoli che arrivano in una tranquilla cittadina ed impongono le proprie regole, alterando la tranquillità della comunità.
Il paese di Garlow si trova sulla rotta verso la California ed è la principale via di transito. Una piccola comunità religiosa dove il parroco ha più potere dello sceriffo ma, tuttavia, il concetto di collettività può vacillare in tempi di crisi.
Patrick (Emile Hirsch) è un becchino irlandese, sposato e con due figli, che costruisce bare di legno. Angosciato dalla mancanza di prospettive del posto, in cui il predicatore puritano ha vietato l’alcool e bandito la prostituzione, sogna di muoversi e migrare a Ovest sulla costa.
Una notte uno sconosciuto bussa alla sua porta: è l’amorale e pericoloso Albert (un John Cusack quasi irriconoscibile) insieme a due compari.
L’arrivo in città di questi fuorilegge dal grilletto facile darà luogo a un grande cambiamento nella cittadina, comportando per il becchino una dose di lavoro extra ed un conseguente beneficio economico.
Sebbene Patrick non approvi gli abusi perpetrati dagli estranei, finché le monete d’oro continuano a riempirgli le tasche, tiene la bocca chiusa. Una dualità etica con cui dovrà fare comunque i conti.
La sicurezza della sua famiglia però viene minacciata a causa dell’escalation di violenza e il protagonista deve affrontare un serio dilemma morale: continuare con i grassi profitti o proteggere in primis i suoi cari?
Ivan Kavanagh concepisce un western classico sullo sfondo degli albori degli Stati Uniti, un’epoca di grandi cambiamenti. Un paese in gran parte fondato sull’arrivo di cittadini da altri paesi stranieri. Con un ritmo gravido, trasmette perfettamente quell’atmosfera cupa e selvaggia.
Il film segue i canali della prevedibilità, ma ciò non impedisce di trovarci di fronte ad un prodotto estremamente interessante che merita una visione.
Non dobbiamo aspettarci duelli sotto il sole davanti al saloon o inseguimenti a cavallo attraverso grandi pianure. Quasi tutto ciò che accade si svolge al riparo del buio della notte, grazie a una suggestiva fotografia in chiaroscuro. L’idea è quella di azzerare ogni visione idilliaca e leggendaria del vecchio West per offrirne in cambio un ritratto violento e vivido, forse più aderente alla realtà dei tempi.
Nella città c’è miseria, i campi da arare sono terre paludose. Se lasci l’ovile, i parrocchiani della Chiesa ti volteranno le spalle. C’è poco della terra promessa e la speranza è una merce rara.
Il cattivo è interpretato da un grande Cusack, un ruolo che l’attore sfrutta, offrendo una presenza costantemente minacciosa, mentre Hirsch sembra sempre obbedire senza mai ribellarsi. Peccato per il loro atteso duello finale, che risulta un po’ sottotono.
Gli ultimi fuorilegge è un western brullo, tenebroso e sporco. Piuttosto che essere incorniciato nello stile classico approfondisce l’aspetto più crepuscolare e demistificante del genere, mostrando il lato oscuro del sogno americano e la disperata ricerca della felicità ad ogni costo.