Christopher Robin è il protagonista umano dei racconti (e successivi adattamenti) di Winnie the Pooh di A.A. Milne. Ma Christopher Robin era, prima di tutto, il figlio di A.A. Milne. Guarda caso, il piccolo Christopher aveva un orsetto di peluche che si chiamava Winnie. E una tigre di pezza. E un asinello. Il resto non è difficile da immaginare.
E anche se lo fosse, basterebbe guardare il trailer di Goodbye Christopher Robin, che vi racconta la storia con tutti i crismi di un prequel. Domhnall Gleeson e Margot Robbie sono i genitori di Christopher (Will Tilston), e Kelly Macdonald è la tata. La regia è di Simon Curtis, già autore di My week with Marilyn.
Suona un po’ tipo Finding Neverland.
Ma se non vi attira la versione romanzata della storia vera del bambino la cui versione romanzata è stata adattata in un cartone animato Disney, forse vi può interessare di più il sequel live-action del cartone animato basato sulla versione romanzata del bambino la cui storia vera è stata adattata nel trailer di cui sopra.
Insomma, c’è un altro film, intitolato Christopher Robin, in cui il bambino-personaggio è ormai cresciuto, ha le fattezze di Ewan McGregor ed è sposato con Hayley Atwell! Ma, essendo adulto, è totalmente inaridito! Privo di qualsiasi capacità di sognare! Occorre che Winnie the Pooh e tutta la compagnia di pezza vadano a trovarlo per rammentargli chi era veramente!
Una trama che non ricorda per niente un film con Robin Williams e Dustin Hoffman. La regia è di Marc Forster. Quello di Finding Neverland.
Spero che almeno in Goodbye Christopher Robin ci sia una scena in cui A.A. Milne discute di cosa sarà dei suoi personaggi un secolo più tardi, con i suoi amici del club di cricket, Arthur Conan Doyle e J.M. Barrie.