Gossip Girl (2021) recensione serie TV Sky di Joshua Safran con Jordan Alexander, Eli Brown, Thomas Doherty, Tavi Gevinson, Emily Alyn Lind, Evan Mock, Zión Moreno, Whitney Peak e Savannah Lee Smith
La notizia di un reboot scatena sempre pareri contrapposti e diversamente non è stato per il chiacchieratissimo Gossip Girl, ideato da Joshua Safran e giunto su HBO Max e ora anche su Sky e NOW. Come l’amatissima serie originale del 2007, anche il reboot ha al centro della storia le scandalose vite degli adolescenti più glamour di Manhattan, osservate dall’occhio vigile di Gossip Girl, pronta a rivelare ogni sordido e scabroso dettaglio.
Se nella serie del 2007, tratta dal romanzo omonimo di Cecily von Ziegesar, al centro delle vicende vi erano i contrasti fra le frenemies Blair Waldorf e Serena Van Der Woodsen, con tanto di cerchia di amici-fidanzati-rivali, ora le protagoniste della storia sono le sorellastre Julien Calloway (Jordan Alexander) e Zoya Lott (Whitney Peak). Costrette a vivere lontane a causa dell’antipatia reciproca dei rispettivi padri (Johnathan Fernandez e Luke Kirby) le due ragazze si conoscono online durante la pandemia e cercano di elaborare un piano per poter stare insieme alla Constance St. Jude, la prestigiosa scuola per l’élite di Manhattan. Ma l’arrivo di Zoya non è accolto come Julien sperava e scatena la gelosia delle sue minions, Luna (Zión Moreno) e Monet (Savannah Lee Smith) che trameranno per mettere le due sorelle l’una contro l’altra, ma neppure la migliore amica di Julien, Audrey (Emily Alyn Lind) sembra accettare la nuova arrivata. Se poi a questa antipatia aggiungiamo l’interesse che lo storico fidanzato di Julien, Obie (Eli Brown) sembra provare per Zoya, allora abbiamo la ricetta perfetta per riproporre una rivalità accesissima.
E cosa possiamo dire della nuova, anzi dei nuovi Gossip Girl? Se nella serie originale l’identità della blogger dell’Upper East Side era stata al centro del mistero per tutte e sei le stagioni, ora, invece, sappiamo già chi si nasconde dietro la rinata pagina Instagram che a suon di hashtag e post cerca di svelare i segreti di ricchi rampolli, come il disinibito Max Wolfe (Thomas Doherty), deciso a conquistare l’affascinante professore di arte (Jason Gotay), ma che è anche al centro delle fantasie di Audrey e del suo fidanzato Aki (Evan Mock), coppia monogama in crisi.
Ad impersonare Gossip Girl ora c’è una parte del corpo insegnanti, decisa a riconquistare il potere all’interno della Constance e strapparlo agli studenti, i cui capricci possono portare al licenziamento dei docenti se, ad esempio, i voti non sono quelli richiesti. Così, professori come Kate Keller (Tavi Gevinson) e Jordan Glassberg (Adam Chanler-Berat) ingaggiano, all’insaputa di tutti, una lotta all’ultimo like con Julien, che ha una carriera da influencer, e la sua cricca.
Sappiamo che un confronto con la serie originale sarebbe infruttuoso, dal momento che Gossip Girl è figlia dei suoi tempi ed è diventata una serie iconica, per i suoi personaggi, le sue storie e il glamour che trasudava dalle sue inquadrature. Però, anche non volendo ricorrere a sterili paragoni, è evidente che il reboot manca di personalità e ripropone un modello di rivalità femminile che non soltanto è sorpassato, ma anche frustante da vedere, perché al centro del contrasto, tra i vari e futili motivi, c’è anche e per l’ennesima volta un ragazzo. A ciò si aggiunge che i temi attuali citati, dal #MeToo alla preoccupazione per la disoccupazione in aumento e l’incuria della città restano solo spunti per nulla approfonditi. L’unica utilità è quella di far sembrare più interessanti i personaggi coinvolti, come il ricco Obie o la stessa Zoya, peccato però che nessuno dei due metta mai piede fuori dal mondo patinato dell’Upper East Side per dare effettivamente un aiuto concreto alle cause che – apparentemente – sembrano stare loro a cuore.
Anche la rappresentazione di una – possibile – relazione poliamorosa, o di personaggi non eteronormati non è frutto di un reale interessamento a dare finalmente spazio a rappresentazioni differenti, quanto piuttosto a cavalcare l’onda della lotta all’inclusività anche all’interno dei format televisivi. I nuovi protagonisti di Gossip Girl mancano di personalità, sono spesso stereotipati e persino i loro background mancano di attrattiva. La scelta poi di inserire anche le vicende degli adulti non sembra migliorare la situazione, perché le tristi vite degli insegnanti della Constance e le motivazioni che li spingono a tormentare gli studenti, in una sorta di biblico occhio per occhio, risultano alquanto inverosimili (per non parlare di etica del lavoro…).
La verità è che Gossip Girl non è un prodotto commerciabile o un’esperienza ripetibile, sia perché già all’epoca delle ultime stagioni risentiva di una mancanza di creatività, sia perché i suoi personaggi e le loro storie d’amore (tossiche) sono entrati nell’immaginario di una generazione. La nuova Gossip Girl manca di mordente, non riesce ad accattivare il pubblico e non basta rispolverare la voce di Kristen Bell per ridare splendore a un prodotto forse troppo opaco. Se, tuttavia, non potete fare a meno di scoprire come proseguiranno le vicende di questi personaggi, la seconda stagione del reboot è stata già confermata. A quanto pare, dovremmo ascoltare l’iconico “XOXO, Gossip Girl” ancora per un bel po’.