Gunpowder Milkshake recensione film di Navot Papushado con Karen Gillan, Lena Headey, Carla Gugino, Michelle Yeoh, Angela Bassett, Paul Giamatti
Gunpowder Milkshake si apre in una tavola calda stile anni ’50 dove la dodicenne Sam e sua madre Scarlet, interpretata da Lena Headey, dividono amorevolmente un frappè. Il momento di tenerezza verrà però presto interrotto dall’arrivo di alcuni uomini armati, arrivati per uccidere Scarlet. È in questo momento che Sam scopre che sua madre è un’assassina professionista con le ore contate a causa di un lavoro andato storto. A colpi di pistola Scarlet uccide infatti i suoi assalitori senza alcuna difficoltà, ma sarà poi costretta a scappare, abbandonando la figlia.
Quindici anni dopo, scopriamo che Sam, ora con il volto di Karen Gillan, ha voluto seguire le orme della madre, diventando anche lei un’assassina per l’oscura organizzazione criminale chiamata The Firm, che “gestisce le cose da molto, molto tempo“.
L’ultimo target assegnato a Sam dal suo contatto Nathan, interpretato da Paul Giamatti, è un uomo che ha rubato soldi all’organizzazione, la quale ora vuole vederlo morto per riappropriarsi del denaro. Sam non si fa ripetere la richiesta due volte, ma mentre si trova di fronte alla sua vittima, scopre che l’uomo è padre di una bambina di otto anni, presa in ostaggio dall’organizzazione a cui l’uomo ha rubato i soldi.
Dopo aver compiuto l’uccisione, forse a causa dei ricordi legati all’abbandono di sua madre, Sam decide di salvare la bambina, che diventerà una piccola apprendista, causando così un conflitto di interessi con l’organizzazione, che ora non la potrà più proteggere.
Da qui inizia la fuga dello strambo duo, costellata da numerosi conflitti a fuoco, inseguimenti in parcheggi e momenti che strappano un sorriso. Sam però non può farcela da sola e grazie a un messaggio di Nathan si reca all’indirizzo di una casa sicura dove potrà rifornirsi di armi per poi fuggire. Qui avviene l’inaspettato ricongiungimento con la madre, che Sam non ha ancora perdonato, ma che ora si unirà alla figlia e alla piccola Emily (Chloe Coleman) nel tentativo di fare fuori chiunque si metta sulla loro strada.
Nonostante la grande esperienza di Scarlet, il trio cerca un ulteriore aiuto in una bizzarra Biblioteca, dove a ogni libro corrisponde un tipo diverso di arma. La Biblioteca è gestita da Anna May, Florence e Madeline, tre ex complici di Scarlet, interpretate rispettivamente da Angela Bassett, Michelle Yeoh e Carla Gugino, non felicissime di rivedere la donna, ma pronte a combattere al suo fianco.
In un susseguirsi di spari e combattimenti, il team tutto al femminile metterà insieme le forze per vincere il conflitto.
Un milkshake di citazioni
Seppur abbia una sceneggiatura originale, è impossibile non associare il film di Navot Papushado, scritto con Ehud Lavski, con altri dello stesso genere. La stessa Karen Gillan conferma che Gunpowder Milkshake potrebbe essere una fusione tra John Wick e Kill Bill. E non solo. L’estetica, la scenografia, le luci al neon e la musica elettronica, non possono non ricordare allo spettatore lo stile di Nicolas Winding Refn o film come Atomica bionda di David Leitch.
Per non parlare poi del personaggio di Sam, che a qualcuno potrebbe far venire in mente la spietata assassina Villanelle di Killing Eve, che allo stesso modo opera per una misteriosa organizzazione chiamata The Twelve. Di quest’ultima Sam però non possiede la brutalità, avendo ancora in sé ben radicato il senso di famiglia.
Donne che odiano gli uomini
Gunpowder Milkshake potrebbe benissimo essere riassunto come un film dove le donne odiano gli uomini e li uccidono brutalmente per un’ora e 54 minuti.
Nonostante regia, sceneggiatura e produzione siano firmate da una mano maschile, in tutto il film sono invece le donne quelle ad essere più capaci, intuitive e abili. Ogni personaggio maschile sembra infatti venir presentato come poco astuto, non in grado di stare al passo della controparte femminile.
Con questa voglia di dare un’impronta femminista, non è un caso poi che ci siano ulteriori riferimenti a personaggi iconici come il sottofondo di Piece of My Heart di Janis Joplin mentre avviene una sparatoria, o che i libri dove vengono custodite le armi abbiamo come copertine i classici della letteratura femminile come Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen o Jane Eyre di Charlotte Brontë.
Quest’inno al femminismo che mette insieme libri e armi è senz’altro la parte migliore del film, assieme ad alcuni momenti paradossali accompagnati da ironiche battute.
Gunpowder Milkshake però non è privo di difetti. Innanzitutto il cast sembra quasi troppo “qualificato” per la pellicola. Il trio Angela Bassett, Michelle Yeoh e Carla Gugino è a dir poco sprecato, venendo relegato ad un minutaggio limitato. Inoltre sia la trama, sia le scene di lotta, hanno a volte dei risvolti davvero al limite del grottesco, che il pubblico potrebbe trovare quasi ridicoli.
Nonostante non sia l’action perfetto Gunpowder Milkshake è però sicuramente piacevole e soprattutto empowering per le giovani donne, forse troppo abituate a film d’azione con protagonisti maschili. È senz’altro quindi una buona notizia la conferma di un sequel già in pre-produzione. E chissà che in Italia venga nuovamente distribuito da Amazon Prime Video piuttosto che da Netflix, che ha invece distribuito il titolo negli Stati Uniti.