#HandballStrive recensione film di Daigo Matsui con Seishiro Kato, Kotaro Daigo, Himi Sato, Ryota Bando, Fuku Suzuki, Seimu Iwamoto e Miku Tanaka
Daigo Matsui ha una missione: raccontare con ironia e un cospicua dose di amarezza i risultati dell’invasione social nel mondo reale. Per i nati dopo il 2000 – ma non soltanto loro – bisogna vivere non solo la vita vera fatta di gesti, problemi e interazioni, ma anche l’appendice digitale in tutte le sue declinazioni. Il regista giapponese sceglie un percorso iperbolico che a singhiozzo e in maniera non del tutto convincente, prova ad inserirsi in questa scissione contemporanea.
Due ragazzi giapponesi cercano infatti di compensare un’esistenza anonima, segnata dal terremoto del 2016, trasformandosi virtualmente in campioni di pallamano semplicemente realizzando foto in lungo e largo con l’attitudine dei professionisti di questo sport e una buona “post-produzione” per il web. Fioccano i like, nasce una tendenza e i riflettori cominciano a puntare su di loro senza farsi troppe domande. Un gigantesco equivoco che da il la ad una serie di rocamboleschi tentativi di far coincidere il trasformismo social con l’ordinarietà del quotidiano.
Inevitabilmente #HandballStrive, presentato in anteprima mondiale al Far East Film Festival, è un piccolo film coming-to-age che cercare di ricalibrare l’importanza e il peso di saldi valori per chi si trovare a crescere in una contemporaneità sempre più frenetica e dissociata. Si può essere tendenza e role-model dimostrando un cospicuo seguito sul social medium del momento ma allo stesso tempo nascondere vuoti e mancanze quando non una solitudine profonda. La compensazione e in certi la sostituzione di una realtà non soddisfacente con una modificabile a proprio piacimenti con dei semplici movimenti delle dita viene presentata in chiave quasi parossistica per gettare un sassolino nello stagno e avvertire indirettamente le coscienze.
Tutti i castelli di carta crollano, prima o poi, ma è opportuno agire in anticipo e mantenere la giusta distanza per evitare di vedersi travolti dalle rovine senza via di uscita. E’ per questo che nel film di Matsui l’online e l’offline collidono, rivelando progressivamente falle e zone d’ombra della realtà, aprendo uno spazio di discussione che molti fanno ancora finta di ignorare lanciandosi nella ricerca dell’ultimo hashtag di tendenza per battere il ferro finché è caldo. E se domani fossimo costretti a ritornare soltanto a vivere?