Hayao Miyazaki e L’airone recensione documentario di Kaku Arakawa che racconta la lavorazione del film Il ragazzo e l’airone
Raccontare il mondo attraverso l’incanto. Il documentario presentato in anteprima mondiale al Festival di Cannes 2024, in occasione della consegna della Palma d’Oro onoraria allo Studio Ghibli, e successivamente al Lucca Comics and Games 2024. Si tratta di una versione ampliata del documentario 2399 Days with Hayao Miyazaki & Studio Ghibli, già trasmesso dalla televisione giapponese, che narra la vita del grande maestro dell’animazione giapponese durante i sette anni di lavorazione del film premio Oscar Il ragazzo e l’airone.
Non solo un’opera che documenta un processo di realizzazione tormentato e complesso, ma uno spaccato di vita che come una lente d’ingrandimento privilegiata, si infiltra con delicatezza all’interno dei più profondi e travagliati sentimenti del grande disegnatore e regista giapponese mostrando l’uomo dietro al mito.
Pochi elementi e scarse ambientazioni fanno da cornice a un ricco racconto che abbraccia un lungo arco di tempo all’interno del quale lo spettatore ha modo di assistere a tutte le fasi che hanno coinvolto la realizzazione dell’ultimo del film dello studio Ghibli, Il ragazzo e l’airone, definito dallo stesso Miyazaki come il suo “film testamento”.
Il documentario svela infatti curiosità e retroscena dietro alla produzione del film d’animazione rendendo evidenti le corrispondenze tra alcuni personaggi e le persone che hanno fatto parte della vita del sensei. E’ noto, infatti, Miyazaki attinga dal proprio percorso esistenziale per dare vita alle creature che popolano i suoi film: una vera e propria reincarnazione a due dimensioni che, attraverso la magia dell’animazione, rivive sul grande schermo. Ogni frame racconta una emozione, una suggestione troppo essenziale per essere taciuta, filtrata attraverso gli occhi dell’immaginazione per trasformarsi in incanto.
Una telecamera a mano indugia con discrezione all’interno della quotidianità del maestro attingendo da interviste inedite, filmati di repertorio e testimonianze di collaboratori e persone a lui vicine. Il documentario esplora dall’interno le esperienze, le fragilità e le gioie che hanno contribuito alla creazione dell’immaginario legato allo Studio Ghibli.
Il film si articola in due momenti narrativi: nella prima parte viene presentato l’universo creativo di Miyazaki, mentre nella seconda si analizza in modo più approfondito la produzione e realizzazione de Il ragazzo e l’airone, con un focus sui riferimenti diretti alla vita del maestro. Un percorso sofferto durato ben sette anni che ha risentito dei diversi momenti di difficoltà legati alla perdita di alcuni dei suoi punti di riferimento più importanti come il migliore amico e collaboratore Takahata e la sua fedele assistente, nonché tutte le sfide che un progetto così ambizioso ha richiesto.
Oltre a raccontare le tappe che hanno contraddistinto la produzione dell’ultima opera dello Studio Ghibli, il film dedica numerosi spazi al racconto di Hayao, dalla sua proverbiale ironia alla sua instancabile caparbietà. Un uomo che, con il suo lavoro, ha rivoluzionato il cinema d’animazione giapponese, condividendo con il mondo il suo universo interiore, ma che allo stesso tempo conserva un’umiltà e una riservatezza lontana dai fasti dell’industria cinematografica odierna.
La grande forza di questo documentario sta nel mostrare come, aldilà dell’ingegno e della forza visionaria che abita i grandi maestri, spesso ciò che rende i nostri progetti davvero unici sono i legami che instauriamo con le persone di valore che ci circondano e quanto la loro presenza sia significativa nel disvelamento di ciò portiamo dentro in modo che questo possa essere condiviso con chi ha la forza di sognare insieme a noi.