Hey Joe recensione film di Claudio Giovannesi con James Franco, Francesco di Napoli e Giulia Ercolini [Anteprima]
Hey joe è il titolo di una ballad, blues o rock, che può vantare varie mitologie, contenere varie storie, ma che sembra raccontare una classica scena americana con personaggi tipici in una storia generica. Joe non è nessuno, in particolare.
Il film di Claudio Giovannesi, che prende questo titolo, si apre con delle prostitute napoletane che negli anni ‘40 cercavano di far fruttare l’ingresso degli americani in Italia vendendo di tutto, anche il proprio corpo; il modo per apostrofare questi marinaretti? Hey Joe.
Giovannesi, con la collaborazione dello sceneggiatore Maurizio Braucci, ci racconta una storia di personaggi generici: l’americano, la prostituta, lo spacciatore e il camorrista. Membri di luoghi altrettanto disponibili a stereotipi: i quartieri spagnoli e l’”America”. L’immaginario degli italiani rappresentati nella pellicola, infatti, ritrae una grande America generale, in cui gli stati si mescolano, le piscine abbondano e si gira solo sulle Mustang. Napoli potrebbe essere la città della camorra, dove le persone che Dean (James Franco) incontra per strada sono solo pronte a truffarti. Ma non è così.
La prima inquadratura ci mostra la Napoli bombardata. Dean, giovane e marinaio, non è l’americano della nostra immaginazione che cerca di fare la bella vita approfittandosene delle prostitute, ma vorrebbe amore e dolcezza, che trova in Lucia (Giada Savi ), una ragazza dei quartieri spagnoli. Dean non è né un ragazzo d’oro, né meschino. Sono ragazzi che si incontrano, che trascorrono insieme momenti al mare e fanno un figlio, Enzo (Francesco Di Napoli ), che verrà dimenticato per venticinque anni. Hey Joe racconta il ritorno del padre, Dean, attraverso un viaggio che cerca costantemente di trovare una sua motivazione.
La struttura si dipana in espedienti in cui l’obiettivo, la conoscenza del figlio, viene ostacolato da mille problemi, a cui si aggiungono mille soluzioni. Ogni giorno rappresenta un nuovo scopo, ogni soldo messo da parte, una spesa da affrontare, ogni abbraccio, una conquista momentanea.
Si scontrano due pregiudizi irremovibili: Enzo crede che per Dean tutto sia facile perché americano, mentre Dean lo vorrebbe salvare, perché è un criminale in una terra povera come Napoli. Man mano che il film procede, scopriamo che i due non sono così diversi. Anche Dean, infatti, arriverà a spacciare su consiglio della prostituta e ballerina Bambi (Giulia Ercolini) e il suo sporcarsi le mani lo avvicinerà al figlio Enzo.
Il pregiudizio, tuttavia, non permetterà che tra i due ci sia una vera riconciliazione: chi deve essere essere salvato, tra i due? Dean come veterano alcolista, disoccupato e pieno di debiti da scontare con la ex moglie, vorrebbe ricominciare. Ma ricominciare cosa, e con chi? Con Enzo, a Napoli?
Nella scena, ispirata all’Ultima Cena di Da Vinci, in cui Dean cena allegramente con Enzo e Vittorio (Aniello Arena), il patrigno camorrista per cui lavora, siamo portati a chiederci perché si trova lì. Forse, l’unico motivo per cui è venuto a Napoli è essere un Hey Joe qualunque, in una terra che aveva amato da ragazzino e che gli ricordava la giovinezza. Il protagonista non è pronto a fare il padre, così come non è pronto a trovarsi un lavoro. Per questo il finale appare dolce amaro: una rinuncia o una decisione?
Grazie alla fotografia con una profondità di campo bassa, firmata da Daniele Ciprì, i luoghi, dalle strade fredde del New Jersey, alla Napoli degli anni ‘70 sono carichi di carattere. Vera e piena di carattere è anche la recitazione di tutti gli interpreti, tra cui spiccano per bravura James Franco e Giulia Ercolini, ricordandoci forse di vedere sempre oltre le apparenze, che dietro un Hey Joe qualunque, dietro la fotografia di una Napoli stereotipicamente truffaldina, si nasconde sempre qualcosa di più.