I’m Your Man recensione film di Maria Schrader con Maren Eggert, Dan Stevens, Sandra Hüller, Hans Löw, Annika Meier, Jürgen Tarrach e Helena Hentschel
Siamo abituati da decenni alle riflessioni cinematografiche sul difficile rapporto essere umano-macchina: quasi sempre, però, l’immaginario messo in scena è a tinte oscure e distopiche. I’m Your Man, invece, propone alcuni interrogativi attraverso la via della commedia sofisticata.
Da un lato una giovane donna a cui sembra sempre mancare qualcosa, dall’altro un robot costruito ad immagine e somiglianza di un uomo e programmato per rendere il più felice possibile la protagonista. È questa la strana coppia che Maria Schrader mette in scena nel suo ultimo film, presentato allo scorso Festival del Cinema di Berlino. Piacevole e con i giusti ritmi, I’m Your Man riesce nelle proprie intenzioni di divertire lo spettatore senza però dimenticare le considerazioni che una storia come questa può suscitare. A colpire è soprattutto l’evoluzione del rapporto tra i protagonisti, difficilmente definibile poiché la regista sceglie – giustamente – di non trasformare il film in una sorta di commedia romantica sdolcinata; difatti il racconto ci suggerisce fin da subito che tra i due non può nascere qualcosa, o perlomeno non quel “qualcosa” così prevedibile.
Premiata con l’Orso d’Argento per la miglior interpretazione alla Berlinale, Maren Eggert si trova decisamente a suo agio nella parte dando vita ad un personaggio appassionante e credibile capace di farsi tanto amare quanto odiare. Quello di Alma è un ruolo volutamente paradossale poiché tra i due è lei quella meno sentimentale, a differenza del replicante Tom (Dan Stevens) che cerca di simulare le emozioni umane. Alma è un’archeologa che cerca la poesia all’interno degli antichi documenti di epoca Sumera, ecco quindi che un passato molto remoto si scontra con un futuro possibile; il film sottolinea con efficacia il contrasto tra uno dei più profondi risultati dell’estro creativo umano, la poesia, e uno dei più grandi risultati dell’intelletto e della scienza, la robotica.
È possibile trovare un punto di incontro tra questi due mondi? Un robot teoricamente studiato per esaudire ogni nostro desiderio può renderci più felici? Tra un sorriso e l’altro, sono solo alcune delle domande che si (e ci) pone I’m Your Man.