I profumi di Madame Walberg recensione film di Grégory Magne con Emmanuelle Devos, Grégory Montel, Gustave Kervern, Zélie Rixhon e Sergi López
Tra i cinque sensi l’olfatto è, insieme al gusto, il più difficile da “esplorare” dal punto di vista cinematografico. Guardando indietro, ci sono stati degli esperimenti per unire l’esperienza olfattiva a quella visiva e sonora, rivelatisi poi del tutto fallimentari. I profumi di Madame Walberg, distribuito da Satine Film, pone al centro della sua storia l’importanza dell’olfatto e delle sue sfumature, il film di Grégory Magne racconta la storia dell’amicizia tra Madame Walberg (Emmanuelle Devos) e Guillaume (Grégory Montel). La prima è un’altezzosa e sfuggente creatrice di profumi, il secondo è il suo pratico autista e tuttofare.
Il genere cinematografico in cui si allinea I profumi di Madame Walberg è preciso e molto nutrito: una strana coppia che per motivi più o meno casuali è costretta alla condivisione di tempi e spazi, da cui consegue una serie di incontri/scontri e allontanamenti/riavvicinamenti.
Il film di Grégory Magne non fa eccezione, i personaggi seguono lo schema fisso già ampiamente rodato senza purtroppo uscire dalla loro comfort zone. In ogni caso, la pellicola si muove con toni eleganti in un racconto che risulta sicuramente gradevole e in cui la prevedibilità della narrazione viene difatti superata dalle buone dosi di umorismo che rendono la pellicola scorrevole e piacevole. I tocchi ironici tipici della commedia francese risultano sempre calzanti senza mai eccedere né risultare ridondanti.
“Lei ha un buon olfatto, lui ha fiuto” così il regista descrive i suoi protagonisti e, come accennato, è il loro rapporto ad essere al centro del film. Se il primo ad essere presentato è Guillaume, la vera protagonista è Madame Walberg. Chiusa nella sua profumatissima e oscura bolla, è una sorta di diva ormai decaduta costretta a svolgere lavori decisamente al di sotto delle sue possibilità e limitata in un auto-isolamento dettato dalla paura. Elegante ed altezzosa, non è però un personaggio semplice da amare: inizialmente appare burbera verso chiunque e qualsiasi cosa, tranne i suoi profumi.
Il legame tra la protagonista e le fragranze da lei create è descritto in modo preciso tanto da far immaginare l’odore delle sue creazioni. Il regista riesce così a raccontare un lavoro non comune con grande semplicità e riuscendo a coinvolgere sufficientemente lo spettatore. Anche Guillaume è chiuso nei limiti che si è auto-imposto e proprio come Madame Walberg deve uscirne fuori. Risultano perfettamente calzanti le sequenze al ristorante e sul tosaerba: è in questi due punti che i personaggi – nella prima Madame Walberg e nella seconda Guillaume – sembrano sbloccarsi definitivamente.
Non è mai semplice realizzare un film su un’amicizia uomo-donna senza che questa sfoci in amore e in facili sentimentalismi e il regista Grégory Magne, che ha curato anche la sceneggiatura, riesce a dare vita ad una pellicola non particolarmente ambiziosa ma che ha però il merito di lasciare grande leggerezza e buonumore in chi la guarda.