IF – Gli Amici Immaginari recensione film di John Krasinski con Ryan Reynolds, Cailey Fleming, Fiona Shaw e Bobby Moynihan [Anteprima]
IF è un film che sembra voler essere grande, ma in realtà è piccolo, ed è meglio così.
Il suo obiettivo ultimo è quello di parlare al bambino che c’è negli adulti. Questo solleva dubbi sulla campagna di marketing, che non ha pubblicizzato bene il prodotto. Alcuni bambini potrebbero ritrovarsi spaesati al cinema.
L’aspetto visivo, nonostante il “basso budget”, rende il lungometraggio un gioiellino e va fatto un applauso a John Krasinski che si riconferma un regista efficace ed efficiente, basta ricordare l’ottimo lavoro fatto con la saga di A Quiet Place. È un regista che desidera lavorare con le immagini, il che gli fa onore.
In IF – Gli Amici Immaginari i dialoghi sono abbondanti, a differenza degli altri film di Krasinski. Tuttavia, riesce a raggiungere la magia dei suoi precedenti lavori, in cui lo spettatore trova profondità nelle scene mute. La sensazione che si prova è quella di guardare un film degli anni ’90; e, fosse stato concepito all’epoca, il protagonista sarebbe stato sicuramente Robin Williams. Qui ad affiancare la piccola protagonista, interpretata da Cailey Fleming, sono Ryan Reynolds e lo stesso Krasinski.
La pellicola è diretta con grazia e tanto cuore. È un inno ai sentimenti dello spettatore, magari più cresciuto. Tutti i character design dei personaggi animati sono accattivanti e un paio ricordano Monsters&Co.
IF ha una durata giusta per la storia che vuole raccontare, anche se forse una prima fase introduttiva un po’ troppo lunga poteva essere ridotta. La fotografia è funzionale e rende armoniosi gli effetti visivi con l’aspetto realistico dell’insieme.
Complimenti a Krasinski per aver fatto un buon lavoro di direzione attoriale con i bambini, ma soprattutto per aver gestito bene Ryan Reynolds. Ormai noto per il suo carisma, Reynolds avrebbe potuto mettere in secondo piano la protagonista. Invece no, gigioneggia il giusto e fa quello che un buon comprimario dovrebbe fare.
Tuttavia si corre il rischio di perdere una fetta di pubblico importante, quella dei bambini, poiché l’argomento degli amici immaginari è qualcosa di distante per le nuove generazioni.
Si toccano argomenti forti per i piccoli, come la perdita di un caro o la crescita personale, temi che però tolgono spazio allo sguardo fanciullesco.
Le musiche di Michael Giacchino, pur rischiando di essere retorici, si insinuano nel profondo e rimangono nell’orecchio, facendoti canticchiare il motivetto per almeno qualche ora dopo la visione.
Nel cast troviamo alcuni caratteristi di livello che si fanno notare, tra cui la fantastica Fiona Shaw che è sempre un piacere vedere. Vari attori ultimamente appaiono poco, e la partecipazione di alcuni di essi catapulta lo spettatore negli anni ’90. Che sia un nuovo trend? Sono ormai diversi anni che domina la nostalgia verso gli anni 80’.
Da sottolineare l’ottimo doppiaggio, soprattutto quello degli IF, ovvero gli amici immaginari. Dominano su tutti Ciro Priello e Pilar Fogliati, voci da coltivare per il futuro.
Un prodotto sopra le righe, divertente e colorato; il tutto quasi sempre tutto alla luce del sole. Niente budget stratosferici, poche location, attenzione ai dettagli e tante idee carine e brillanti. C’è anche spazio per la profondità e i colpi di scena senza però essere cupi o troppo seri.
Un tipo di film che forse mancava nel panorama odierno. Non da considerarlo un miracolo, ma un buon lavoro fatto con gusto.