Il concorso (Misbehaviour) recensione film di Philippa Lowthorpe con Keira Knightley, Gugu Mbatha-Raw, Jessie Buckley, Keeley Hawes e Phyllis Logan in anteprima allo Zurich Film Festival 2020
In anteprima allo Zurich Film Festival 2020 è stato presentato Il concorso, il nuovo film di Philippa Lowthorpe che rivisita la protesta femminista del 1970. In Inghilterra si preparava il famoso evento di Miss Mondo, mentre per le strade di Londra prendeva corpo il movimento per la liberazione delle donne che gridava le proprie idee di uguaglianza e libertà, battendosi contro la mercificazione del corpo femminile.
Ispirato a un fatto realmente accaduto, Il concorso racconta l’impresa rivoluzionaria di alcune donne che hanno occupato il Royal Albert Hall in occasione del grande evento seguito in diretta mondiale, alzandosi tra il pubblico per sabotare un’occasione responsabile di celebrare la donna come oggetto e ornamento, piuttosto che come essere pensante e indipendente. Alternando i toni della commedia e del dramma, Lowthorpe dà il giusto spazio a ogni personaggio. Keira Knightley appare perfettamente in parte nei panni di una giovane accademica, madre e moglie, che rivede i suoi ideali nel momento in cui si avvicina per caso al movimento per la liberazione delle donne. Diventa attivista e devota alla causa stravolgendo la sua tranquilla quotidianità borghese in nome di un cambiamento.
Gugu Mbatha-Raw invece è Miss Grenada, una delle concorrenti di Miss Mondo, dall’altra parte della barricata ma con intelligenza e consapevolezza. Il suo confronto con il personaggio della Knightley è interessante e spinge a diversi spunti di riflessione, poiché per lei partecipare a quel concorso è un modo per ispirare le nuove generazioni del suo paese non particolarmente ricco di opportunità.
La regista rispetta i diversi punti di vista senza giudicare e Il concorso risulta un film di intrattenimento, leggero, ironico, ma nello stesso tempo didattico e utile a comprendere un periodo storico pieno di rabbia e di rivoluzioni culturali, all’ombra della guerra del Vietnam e della ribellione del mondo femminile fino a quel momento “addomesticato”.
Il film procede con ritmo dinamico e la sceneggiatura è ricca di confronti verbali costruttivi e brillanti. Il cast è scelto con cura e la regia attenta alle varie sfumature di una storia che si presta a varie chiavi di lettura. La politica è onnipresente ma con eleganza e funzionalità, mentre si analizza il concetto di bellezza, di parità tra i sessi e l’emancipazione della donna.
Un piccolo gioiello Il concorso (Misbehaviour), produzione inglese accompagnata da una colonna sonora accattivante e spassosa che anticipa i colorati, contestati e trasgressivi anni 70 con stile ed energia.