Il diritto di opporsi recensione del film di Destin Daniel Cretton con Michael B. Jordan, Jamie Foxx, Brie Larson, Tim Blake Nelson, Rafe Spall e Rob Morgan
Prima di misurarsi con l’universo Marvel e l’intrigante Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli, Destin Daniel Cretton dirige un nuovo legal drama imperniato sul razzismo e sulla giustizia americana, Il diritto di opporsi, a testimonianza di come il Paese de La parola ai giurati – 12 Angry Men abbia un conto sempre aperto con uno dei suoi apparati più problematici e controversi.
La trama si fonde con la cronaca: un giovane avvocato formatosi ad Harvard si dedica anima e corpo alla causa di un uomo accusato ingiustamente di omicidio e per questo condannato alla pena di morte. L’ispirazione è fornita e incarnata nel libro scritto dal diretto interessato, Walter McMillian, intitolato Just Mercy: A Story of Justice and Redemption, che spinge il film verso una profonda riflessione sul significato della giustizia e sulla speranza.
L’eco di un filone cinematografico ampiamente sfruttato dall’industria cinematografica americana è potente. Se da un lato Il diritto di opporsi non aggiunge nulla ad una struttura classica e lineare, si può pensare che storie di questo tipo non debbano essere raccontate? La vita di un uomo dispersa nelle pieghe della burocrazia e soggetta al volto infernale della legge ha un peso specifico che va oltre i confini della fruizione di un film.
Per questo motivo sullo schermo troviamo Jamie Foxx, Michael B. Jordan, Brie Larson e Tim Blake Nelson. Quando il cinema incontra la crudele realtà, ha la necessità di spettacolizzarne protagonisti, luoghi e sentimenti per creare un gancio che faccia da traino alle storie che veicola. Una volta dentro, si viene lentamente imboccati con informazioni appositamente confezionate per favorire una tranquilla digestione.
Che questo sia un limite o un pregio, sta soltanto allo spettatore deciderlo. Resta il fatto che, con un regia pulita ma senza acuti, Cretton fornisce il palcoscenico giusto ad una storia che probabilmente sarebbe rimasta nota soltanto ad un pubblico ristretto e connesso alla vicenda per coinvolgimento diretto o attraverso la cronaca locale. Il diritto di opporsi assolve invece una funzionale sociale e culturale su scala internazionale, sfruttando le solide performance di attori pluripremiati e in rampa di lancio per lanciare un messaggio universale forte e chiaro, perché anche dopo la notte più buia il sole torna a sorgere.