Il giorno più bello recensione film di Andrea Zalone con Paolo Kessisoglu, Luca Bizzarri, Valeria Bilello, Violante Placido, Stefano De Martino e Lodo Guenzi
Andrea Zalone tenta il suo primo approccio alla rega di un film proprio in questi giorni. Arriva in sala Il giorno più bello, adattamento cinematografico di una commedia francese dal grande successo. I protagonisti sono interpretati da un cast degno di nota: Paolo Kessisoglu, Luca Bizzarri e Valeria Bilello sono rispettivamente Aurelio, Giorgio e Serena. Trio che sarà sentimentalmente coinvolto in questo triangolo emotivo caratterizzato dallo spirito naïf di lei.
Il sogno di Aurelio è quello di donare la felicità nel giorno più bello: quello del matrimonio. Lui è un wedding planner che ha risentito del periodo pandemico tanto da voler vendere la propria azienda di famiglia. Quello che desidera fare è portare via in barca la donna che ama, ma Serena non è del tutto dello stesso avviso. Lei è una donna innamorata dell’amore che con difficoltà vuol lasciare il marito Giorgio creando, così, una tensione tra quelli che erano amici di vecchia data.
Durante l’organizzazione del matrimonio di Pier (Stefano De Martino) e Chiara (Fiammetta Cicogna), Aurelio si gioca il tutto e per tutto. Il padre della sposa si è mostrato interessato all’acquisto dell’azienda, motivo per cui è costretto a far di tutto per farlo contento.
Inutile dire come il matrimonio sia l’espediente narrativo per eccellenza in storie come queste. Si gioca non solo col concetto d’amore, ma anche sulla maturità dei sentimenti. Il giorno più bello è, così, argomento mai esaurito di storie da narrare. La forza di questo riadattamento è proprio nella sua contestualizzazione: ci si sposta dalla Francia all’Italia, con tutti i luoghi comuni che caratterizzano la cinematografia e la comicità, ma si attualizza la tematica sfruttando un argomento recente come quello del Covid.
La pandemia viene ben dosata all’interno della trama, riuscendo a far emergere una realtà sociale con estrema leggerezza. Vedere che, tra le righe, si parli di una piaga che ha colpito il settore fa in modo che questo film possa raffigurare uno spaccato sociale reale. Il personaggio di Aurelio si fa portavoce di una realtà ancora attuale: un imprenditore di un’industria che è stata messa alla gogna dai DPCM, ma che allo stesso tempo deve fare i conti con la propria emotività. Nevrosi che riusciamo a rintracciare anche in altri personaggi all’interno dello svolgimento della trama.
Restando, però, concentrati sui tre protagonisti della storia, è importante sottolineare quanto di spicco possa essere il personaggio di Serena. Valeria Bilello porta in scena una donna che si differenzia non poco da quella della versione originale: è lei a tenere in mano le regole di questo triangolo sentimentale ed è lei che cerca la propria libertà, nonostante la consapevolezza del marito. Giorgio (Luca Bizzarri), dal suo canto, è un “cornuto” consapevole che prova a tenere la donna che ama al proprio fianco nonostante sia evidente che ella non ama nessuno se non se stessa. Lui, un incompiuto, nel corso del film assume una consapevolezza diversa di sé e acquisisce una maturità inaspettata che lo spinge più verso un proprio equilibrio. Dall’altra parte, Aurelio (Paolo Kessisoglu) cresce in un unico istante, dall’adolescenza si rende conto di aver vissuto una vita che non era la propria e che ha sempre cercato di accontentare gli altri.
Oltre al triangolo, però, anche gli altri personaggi riescono a dare una grande forza a questa commedia. Pier, in particolare, è un personaggio dotato di una comicità inconsapevole, come più volte gli stessi attori hanno voluto sottolineare in conferenza stampa. Impersonato da Stefano De Martino, con la sua estrema passione per la danza, costituisce un elemento insopportabilmente chiave per le risate in questa pellicola. Il mammone che presta più attenzione alla madre che alla sposina, il figlio che cerca di stupire tutti con la sua estrosa sorpresa. Ma esattamente come Stefano De Martino ha giocato con il suo amore per la danza, anche Lodo ha fatto lo stesso. Lui è un cantante squattrinato che finge di aver avuto successo nel Nord Europa, ma in realtà incarna una grande fragilità umana.
Il cast, dunque, scelto da Andrea Zalone e condiviso con la produzione, ha dato un grande aiuto all’originalità di questa pellicola. Una commedia che riesce a far ridere e intrattiene il suo pubblico giocando bene con i tempi comici. Nonostante il rischio di cadere nei cliché, l’attenzione che Zalone ha messo nelle sue scelte e nei suoi tempi gioca decisamente a suo favore.