Il mio Rembrandt recensione documentario di Oeke Hoogendijk della serie Grande Arte al Cinema di Nexo Digital in collaborazione con Piece of Magic
Il mio Rembrandt (titolo originale: My Rembrandt) è un documentario di produzione olandese del 2019 per la regia e la sceneggiatura di Oeke Hoogendijk, documentarista già nota per The New Rijksmuseum, con cui ha seguito la ristrutturazione dell’omonimo museo olandese.
Documentario descritto da alcuni come un “thriller d’arte”, Il mio Rembrandt seleziona e segue alcuni quadri di Rembrandt van Rijn nel loro particolare percorso, che sia nelle mani di un commerciante d’arte, di un collezionista o di un semplice estimatore.
Ad aprire il documentario è Una donna anziana che legge (in inglese: An Old Woman Reading) del 1655. Di proprietà del Duca scozzese di Buccleuch, l’anziana è stata relegata per anni in una stanza secondaria per scongiurare il rischio di furti, non una novità per il castello di Drumlanrig. Riportata alla luce anche grazie a Taco Dibbits – direttore generale del Rijksmuseum, non poco interessato al quadro – nel corso del documentario l’anziana viene riportata alla luce, anche se in una stanza nascosta da un passaggio segreto, perché possa vivere – e continuare a leggere il suo libro – in compagnia.
Segue poi il più giovane degli Jan Six, famiglia proprietaria dell’omonimo Ritratto di Jan Six. Cresciuto con il ritratto dell’antenato e commerciante d’arte con un vero occhio per i Rembrandt, è il più giovane Jan Six a portare alla luce Ritratto di un giovane gentiluomo, precedentemente attribuito al circolo di Rembrandt e quindi con un valore molto basso. Questo ritratto prende posto come uno dei focus principali del documentario, che ci porta dall’acquisto all’asta (per una cifra irrisoria) all’esposizione, arrivando anche al drammatico scontro a seguire: Jan Six avrebbe preso accordi riguardo il ritratto in fase d’asta solo per poi non rispettarli.
Accompagnano i ritratti di Marten Soolmans e Oopjen Coppit, precedentemente di proprietà di un ricco francese. Interessante il focus del documentario sull’accordo tra il Rijksmuseum olandese e il Louvre francese nell’acquisire i due ritratti in modo congiunto dato il prezzo, mai visto prima, di 160 milioni di euro. L’interesse del Rijksmuseum era in aperto scontro con la cifra, troppo alta, tanto da portare gli olandesi alla ricerca di un accordo con i francesi. Accordo rispettato solo dopo che il Rijksmuseum aveva quasi raggiunto la cifra in autonomia, e solo per intervento della ministra francese della cultura. Il mondo dell’arte ha molto di politico, e lo sposalizio culturale è infine avvenuto, pur senza soddisfare pienamente il desiderio degli olandesi.
Da ultimo – non per importanza ma per tempo dedicatogli nella pellicola – seguiamo il collezionista Thomas Kaplan, divenuto in pochi anni proprietario di circa dieci Rembrandt riportati alla luce dall’ambito privato e affidati a vari musei.
Il documentario soffre di un’eccessiva dilatazione in alcuni punti cardine, ma rimane un prodotto indubbiamente interessante e valido, adatto a chi sia già interessato al mondo dell’arte o voglia conoscerne i meccanismi e i retroscena meno pubblici.