Il Padrino, epilogo: La morte di Michael Corleone recensione film di Francis Ford Coppola con Al Pacino, Andy Garcia, Sofia Coppola e Diane Keaton
Il tempo passa per tutti e inesorabilmente diventiamo più vecchi e più saggi – sebbene non sia sempre così – le esperienze vissute e che ci hanno formato, ormai, appaiono come dei lontani ricordi sbiaditi, ma per alcuni sembra che niente sia realmente cambiato, tutto è rimasto com’era. Coloro che pensavano di aver compreso tutto, di essere i padroni della terra, convinti del fatto che il tempo li avrebbe assolti dai peccati commessi, facendosi portavoce di verità assolute, si sono, infine, ritrovati soli. Nel frattempo, là fuori il mondo cambiava e occorreva cambiare con lui, talvolta, bisognava persino anticiparne i tempi per non ritrovarsi avulsi dalla realtà circostante.
Francis Ford Coppola sapendo – giustamente – che il mondo è cambiato, decide di dare un taglio diverso (più di uno ad onor del vero) a un film che lo aveva angustiato per molti anni: Il Padrino – Parte III, ultimo capitolo della celebre saga dedicata alla famiglia italo-americana mafiosa dei Corleone, tratto dal libro di Mario Puzo.
Rispetto ad altre sue rielaborazioni, come ad esempio Apocalypse Now Redux e Apocalypse Now – Final Cut, uscita appena qualche anno fa, qui con Il Padrino, epilogo: La morte di Michael Corleone (in originale The Godfather Coda: The Death of Michael Corleone) il regista di Detroit ha cercato non solo di modificare il costrutto narrativo e visivo, ma anche di ringiovanire un film che, secondo lui, andava svecchiato.
Ai tempi della distribuzione nelle sale del terzo capitolo della trilogia de Il Padrino, in molti si lamentarono che fosse stato dato parecchio spazio al personaggio interpretato da Sofia Coppola, giudicando la sua recitazione a dir poco scadente.
Con questa nuova versione della durata di 158 minuti rispetto ai 170 della prima, ogni personaggio, compreso quello della figlia di Francis Ford Coppola, ha la giusta importanza, nessuno è mai fuori posto, ma tutti hanno un adeguato minutaggio.
Coppola, asciugando e montando le scene in ordine diverso rispetto all’originale, realizza un film più vivace e più libero, eliminando, laddove necessario, riempitivi e momenti inutili che in parte castravano un lungometraggio comunque di buon livello.
L’edizione del 2020 (chissà se sarà l’ultima) è capace di farci ricordare ancora una volta quanto Francis Ford Coppola sia un regista incredibilmente talentuoso, mai sazio di cinema e sempre alla ricerca di nuovi linguaggi e di nuove immagini.
Sicuramente questa nuova versione non sarà ai livelli de Il Padrino e Il Padrino – Parte II, inarrivabili e ancora oggi attuali – soprattutto il secondo capitolo è un film incredibile e di opere così ce ne sono poche al mondo – ma può senza alcun dubbio dire la sua ed è in ogni caso una versione migliore de Il Padrino – Parte III del 1990.
I fan più incalliti non sono rimasti convinti da questa nuova versione, ma speriamo che questi possano ricredersi perché non è la classica riedizione realizzata soltanto per incrementare le vendite e far parlare di sé, in quanto Il Padrino, epilogo: La morte di Michael Corleone è un’opera cinematografica solida, al passo coi tempi e degna di essere la parte conclusiva di un dittico monumentale.
Se nella versione del 1990 il senso di morte aleggiava nel finale, in quella del 2020 c’è quasi un avvertimento: non è mai detta l’ultima parola fin quando non calerà definitivamente il sole: “Quando i siciliani ti augurano “cent’anni”… significa “per lunga vita”… e un siciliano non dimentica mai.”