Il piacere è tutto mio recensione film di Sophie Hyde con Emma Thompson e Daryl McCormack
Susan Robinson (Emma Thompson) è una professoressa di religione in pensione, rimasta vedova già da due anni. Il suo è stato un matrimonio solido e tutto sommato felice, ma insoddisfacente dal punto di vista sessuale: nel corso degli anni, infatti, la donna non ha mai trovato particolare piacere nell’atto e non ha mai davvero esplorato la sua sessualità. Con il nome fittizio di Nancy Stokes decide quindi di prenotare un incontro con un certo Leo Grande (Daryl McCormack), un accompagnatore giovane e affascinante con cui vorrebbe mettere in pratica le sue modeste fantasie. Nonostante i tentativi di Leo per metterla a suo agio, però, Nancy fatica moltissimo a lasciarsi andare, frenata dall’inibizione, dall’imbarazzo per la sua età e dalla scarsa fiducia nel proprio corpo e nelle proprie possibilità. I due si rivedranno così per settimane e il loro rapporto professionale prenderà una piega sempre più intima e confidenziale.
Presentato al Sundance Film Festival 2022 e nelle sale italiane dal 10 novembre, Il piacere è tutto mio (Good Luck To You, Leo Grande in originale) è il nuovo film di Sophie Hyde (52 Tuesdays, Animals). Si tratta di una commedia che parla del piacere e del diritto di ciascuno a provarlo, ma anche dell’accettazione di sé, del proprio aspetto e dei propri desideri. Eccetto un paio di scene, la pellicola è interamente ambientata in una camera d’albergo e questo lascia poco spazio di manovra a regia e fotografia (che sono molto pulite ma poco fantasiose), e poco lavoro per scenografi e costumisti. A risplendere è invece la sceneggiatura della comica e scrittrice inglese Katy Brand, densa di battute rapide e incalzanti che girano intorno a temi delicati con intelligenza. I messaggi del film vengono consegnati allo spettatore con efficacia e senza pedanti didascalie, grazie a dialoghi pensati per essere il più verosimili possibile (che quindi non si risparmiano qualche uscita ‘fuori posto’).
Emma Thompson trascina la pellicola con un’interpretazione straordinaria. La sua Susan è una “signora Robinson” moderna, che ribalta quella de Il laureato di Mike Nichols: non più un’approfittatrice consapevole del proprio corpo, ma una donna piena di dubbi e molto rigida. L’attrice inglese si mette completamente a nudo, spogliandosi non solo dei propri abiti ma anche di quella ossessiva necessità di apparire perfetti e affascinanti a qualunque costo di fronte al pubblico. Un ruolo per lei inedito, che ha così commentato: “È stata la cosa più difficile che abbia mai fatto. Non siamo abituati a vedere i corpi al naturale sullo schermo. Vediamo solo fisici atletici. Sono sicura invece che Nancy non andasse in palestra e che mangiasse un po’ troppi biscotti; il suo fisico è quello di una normale donna di 62 anni che ha avuto due bambini. Il problema è che molte donne vengono abituate a odiare il proprio corpo. Tutto intorno a noi ci ricorda quanto siamo imperfette e guardarsi allo specchio senza giudicare sé stesse è la cosa più difficile da fare”.
Anche l’interpretazione di Daryl McCormack è ottima. L’attore irlandese (già visto nella serie tv Peaky Blinders) si cala perfettamente nei panni di un personaggio professionale e premuroso, solo in apparenza poco emotivo. Leo Grande, infatti, è solo una maschera, una perfetta fantasia che si adatta alle esigenze degli altri e nel contempo protegge la sua intimità. L’aspetto più interessante del personaggio di McCormack è che ha scelto la sua professione liberamente: un approccio raro nel cinema e spesso contrastante con l’idea di sex work che hanno le generazioni precedenti. L’alchimia con la Thompson funziona perfettamente, anche grazie al grande lavoro fatto dietro le quinte. Per sconfiggere l’imbarazzo, infatti, oltre a svariati esercizi di coppia, gli attori hanno passato sul set un giorno intero senza vestiti.
E proprio questa sintonia è l’ingrediente principale di un film che è una rivendicazione e una riappropriazione, fisica e mentale, dell’interezza femminile. Di fronte a uno specchio, lontano dai ruoli sociali e dagli sguardi degli altri. Una commedia brillante che è un’importante lezione per le donne (ma anche per gli uomini) di qualsiasi età.