Il Trono di Spade 8: recensione del primo episodio della stagione 8, Grande Inverno. Jon Snow e Daenerys Targaryen giungono a Grande Inverno. Bran Stark protagonista della puntata
Nonostante David Benioff e D.B. Weiss ci avessero promesso 6 mini film cinematografici, dallo straordinario budget di produzione di 90 milioni di dollari, il primo episodio dell’attesissima, ultima stagione de Il Trono di Spade rimane ancorato al passato e si rivela piuttosto interlocutorio.
La prima inquadratura è proprio per lei, Arya Stark (Maisie Williams), la paladina di MadMass.it (o almeno di chi scrive), che vede giungere a Grande Inverno la regina Daenerys Targaryen (Emilia Clarke) e Jon Snow (Kit Harington), il re del Nord che ha rinunciato alla corona pur di arruolare potenti alleati alla difesa del regno.
Jon Snow ha radunato la più grande armata mai vista per proteggere il Nord, inclusi la milizia degli Immacolati, l’orda Dothraki e i due draghi Drogon e Rhaegal, tuttavia i lord del Nord, che hanno giurato fedeltà a Casa Stark e al re del Nord, appaiono diffidenti e impauriti al cospetto della regina dei draghi. A farsene portavoce, una severa Lyanna Mormont (Bella Ramsey), Lady di Isola dell’Orso, che rimprovera a Jon Snow la mancanza di polso e la rottura del giuramento della corona.
Jon appare turbato più che mai, molto soldato e poco comandante, ed è la stessa Arya ad esortarlo a non dimenticare che lei e Sansa (Sophie Turner) sono la sua famiglia. Arya e Sansa sono ormai legate indissolubilmente, e Jon mostra immaturità nel non comprendere come egli non sia stato di certo il solo a passare brutti momenti, e come le due sorelle si siano temprate nel dolore e nella sopportazione.
Bran Stark (Isaac Hempstead-Wright) è il personaggio più efficace dell’esordio di questa stagione 8, ficcante nell’annunciare il crollo della Barriera, l’avanzata dell’armata dei morti ed il passaggio di Viserion al servizio del Re della Notte.
I suoi poteri di veggenza, ereditati dal Corvo con Tre Occhi, appaiono sempre più potenti, e Bran sembra essere rispettato ma al contempo temuto dagli altri protagonisti della storia, inclusi Tyrion (Peter Dinklage) e Jaime Lannister (Nikolaj Coster-Waldau).
Bran esorta inoltre Samwell Tarly (John Bradley) a rompere lo status quo e i fragili equilibri appena creatisi in seno alla corona, rivelando a Jon Snow che egli è Aegon Targaryen, il legittimo re dei Sette Regni.
“Tua madre era Lyanna Stark. E tuo padre, il tuo vero padre, era Rhaegar Targaryen. Non sei mai stato un bastardo. Sei Aegon Targaryen, vero erede del Trono di Spade”
Accettare dunque per amore e per il Nord la spietatezza della regina dei draghi, o reclamare il trono in nome del sangue e della giustizia? Sam non ha dubbi…
Mentre Cersei Lannister (Lena Headey) pregusta la disfatta del Nord scendendo a compromessi poco regali con Euron Greyjoy (Pilou Asbæk), Theon (Alfie Allen) salva Yara (Gemma Whelan) ed insieme salpano verso le Isole di Ferro per ripristinare il loro dominio… ma Theon sente il richiamo della guerra che incombe al Nord, deciso a lottare un’ultima volta accanto agli Stark.
Una puntata molto corale quanto poco dirompente, che riprende lentamente le sottili trame del Trono mostrando Bran, Arya e Sansa sugli scudi nell’esordio dell’ultima stagione.
Alla prossima settimana con la recensione del secondo episodio di Game of Thrones.