Il Trono di Spade 8: recensione del quarto episodio della stagione 8, Gli ultimi Stark. Il discorso di Jon fa da prologo agli ultimi intrighi del Trono di Spade
Dopo il tripudio di emozioni de La Lunga Notte e i suoi 78 immensi, memorabili, grandiosi, storici, irripetibili minuti che ci hanno tenuti incollati allo schermo e che ci hanno conquistato sino ad una seconda e terza visione di quello che è stato uno dei punti più alti nella storia del piccolo schermo, Gli ultimi Stark ci riporta agli intrighi terreni del Trono di Spade, che un po’ c’erano mancati pur rappresentando un ritorno alle vicende e dinamiche classiche del serial di David Benioff e D.B. Weiss.
Il Discorso di Jon
Oggi diciamo addio ai nostri fratelli e alle nostre sorelle.
Ai nostri padri e madri.
Ai nostri amici.
A tutti gli gli uomini e le donne,
che hanno annullato le loro differenze…
…per lottare insieme…
e morire insieme…
…perchè altri potessero vivere.
Chiunque sia in questo mondo
ha un debito con loro
che non potrà mai ripagare.
È nostro dovere ed è un onore…
…tenere viva la loro memoria.
Per chi verrà dopo di noi
e chi verrà dopo di loro.
Fino a quando gli uomini avranno respiro.
Hanno fatto da scudo
e vegliato sui domini degli uomini.
Non ce ne saranno più altri come loro.
(Jon Snow commemora i defunti della Grande Battaglia di Winterfell)
A Grande Inverno i superstiti rendono omaggio ai fratelli caduti durante La Grande Battaglia, ricordati dal toccante discorso di Jon (Kit Harington), e la promessa regina dei Sette Regni Daenerys Targaryen (Emilia Clarke) auspica un clima di pace e prosperità… purchè sotto il suo regno, e non sotto quello del legittimo re Aegon Targaryen, il suo amato Jon.
Mentre Gendry Baratheon (Joe Dempsie) viene nominato Lord di Capo Tempesta e gli animi dei sopravvissuti tornano a scaldarsi e rinvigorirsi, Daenerys spinge per una nuova, imminente guerra ad Approdo del Re, decisa a piegare e spazzare via Cersei (Lena Headey) una volta per tutte.
Jon è più combattuto, sofferente e pavido – quantomeno fuori dal campo di battaglia! – del solito, cavalca i draghi come solo un pazzo o un re potrebbe fare, ritorna tra i vivi dopo la morte, respinge il Re della Notte ma non riesce ad essere all’altezza del suo retaggio, nè addirittura a confessare alle sue sorelle che egli in realtà non è l’ultimo degli Stark, lasciando a Bran (Isaac Hempstead-Wright) l’ingrata rivelazione.
Il segreto di Jon rischia di diffondersi oltre i Sette Regni, allargandosi intanto alla cerchia degli Stark e ai consiglieri di Daenerys, Tyrion (Peter Dinklage) e Varys (Conleth Hill).
Mentre Jaime (Nikolaj Coster-Waldau) e Brienne (Gwendoline Christie) sembrano finalmente convolare ad una serena vita insieme, altri – Clegane (Rory McCann) e Arya (Maisie Williams) – partono verso Approdo del Re, intenti a cercare la propria personale vendetta ed espiazione.
Cersei si avvantaggia della follia di Euron Greyjoy (Johan Philip Asbæk) per sferrare un colpo letale alla già decimata ed esausta armata di Daenerys, che ha fretta di chiudere la partita prima che re Aegon Targaryen reclami il trono.
Anche Jamie sente dunque avvicinarsi il suo destino da spregevole e decide di partire per Approdo del Re, mentre Cersei è disposta a sacrificare migliaia di innocenti, donne e bambini, pur di rafforzare la sua corona e le sue possibilità di vittoria.
In tanti desiderano la testa di Cersei, ma in quanti perderanno la vita per spegnere quei bellissimi e sensuali occhi verdi?
Dracarys
(Nathalie Emmanuel alias Missandei)