Il Trono di Spade 8: recensione del quinto episodio della stagione 8, Le campane. La follia di Daenerys spezza il suono delle campane di Approdo del Re che intonano la resa di Cersei
Si dice che quando nasce un Targaryen
gi dei lancino una moneta
e il mondo trattenga il fiato.
(…)
Gli uomini decidono a chi dare il potere,
anche se non lo sanno.
(Varys, Il Maestro dei Sussurri)
La Compagnia Dorata, la Flotta di Ferro e decine di migliaia di ostaggi innocenti usati come scudo sono gli ultimi baluardi a difesa di Approdo del Re, mentre Cersei (Lena Headey) barricata all’interno della Fortezza Rossa attende vanamente una svolta della guerra a suo favore, un buon colpo soltanto che possa salvarla dall’ineluttabile sconfitta.
Varys (Conleth Hill) ha già scelto il suo re destinato al Trono di Spade: tentando di avvelenare Daenerys (Emilia Clarke) si condanna a morte, nella speranza di aprire gli occhi a Jon (Kit Harington) e Tyrion (Peter Dinklage).
La follia di Daenerys è l’assoluta protagonista del penultimo episodio del Trono di Spade 8, ultimissima stagione dell’acclamato serial firmato da David Benioff e D.B. Weiss.
E se Sandor (Rory McCann) e Gregor (Hafþór Júlíus Björnsson) Clegane giungono finalmente al faccia a faccia tanto atteso quanto inevitabile, e Jaime (Nikolaj Coster-Waldau) cede ai suoi istinti da Lannister per tornare spregevole tra le braccia di Cersei nell’ultimo abbraccio che cinge anche la loro futura prole, i riflettori sono tutti puntati su Daenerys, che già ne Gli ultimi Stark aveva chiarito a Jon che c’era un solo possibile regno di pace e prosperità, il suo.
Jon non ha mai voluto il Trono di Spade, ma il suo amore per Daenerys è frenato dal vincolo di parentela che li lega come zia e nipote.
Daenerys si sente dunque rifiutata e tradita, non tanto da Varys quanto dall’uomo che ama, che ha rivelato la sua discendenza segreta alle sorelle Sansa (Sophie Turner) e Arya (Maisie Williams), nonostante ella gli abbia chiesto di non farlo come pegno d’amore, fiducia e rispetto.
Il segreto di Jon può sgretolare il regno di Daenerys, che non è amata a Westeros, a differenza del fedele compagno che, come Rei di Nanto in Hokuto No Ken, sembra essere nato sotto la stella del Dovere.
– In molti a Westeros amano te e non me. Nessuno mi ama, qui. Mi temono e basta.
– Io ti amo. Sarai sempre la mia regina.
– Sono solamente questo? La tua regina?
– D’accordo allora. Che mi temano.
(Daenerys Targaryen a Jon Snow)
Soltanto durante l’episodio intuiamo che, ben prima dell’assalto ad Approdo del Re, Daenerys ha ordito e messo in un angolo Jon, portando Verme Grigio (Jacob Anderson) e l’intera armata contro di lui, considerato ormai un traditore.
La carneficina di Approdo del Re rivela il seme della follia dei Targaryen, che potrebbe anche apparire coerente se non fosse che Daenerys, la Distruttrice di Catene, anzichè spezzare le catene di Approdo del Re stermina gli umili, le donne e i bambini senza pietà, per alimentare il terrore nei suoi confronti in tutta Westeros.
La morte è il prezzo da pagare per il tradimento, eppure ad Approdo del Re le campane intonavano la resa ed il benvenuto alla nuova regina.
Dopo aver assistito alla redenzione di Jaime, lo ritroviamo improvvisamente il Lannister dei tempi peggiori, che si dichiara indifferente allo sterminio degli innocenti di Approdo del Re ed intento esclusivamente a portare in salvo Cersei ed il figlio che porta in grambo.
Un twist per nulla coerente, sebbene in linea con la natura passata del personaggio.
Idem, la combattiva Cersei appare stavolta subire senza colpo ferire, imbambolata nel suo gelido, enigmatico, addolorato sorriso.
Gli Scorpioni, letali per Rhaegal, diventano improvvisamente inutili contro il potente Drogon, che da solo arde e devasta una città intera.
Le campane!
Suonate le campane!
Suonate le campane!
Presto! Le campane!
Suonatele!
Che aspettate, suonatele!
Moriremo tutti!
(Approdo del Re implora pietà)
L’episodio Le campane ci conduce alla conclusione di uno dei serial più amati della storia del piccolo schermo, con la consapevolezza che La Lunga Notte è stato l’inarrivabile climax per anni atteso e che l’epilogo sembra ormai scritto.
Alla prossima settimana con il gran finale del Trono di Spade.